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Gara di Calangianus. Foto Roberto Micheletti. |
C'è una maledizione che mi perseguita fin da quando facevo atletica da ragazzo, ed è la maledizione del terzo posto. E in questi due giorni la maledizione è tornata a colpire. Il senso del post è molto semplice: cercare di lavorare come un mulo e contemporaneamente fare le gare è un'impresa che lascia storditi. Sono tre giorni che mi sembra di essere un automa per quanto sto lavorando (finisco le gara oggi e mi trovo pure 14 chiamate perse, di domenica), e poco ma sicuro la gara di Calangianus sabato (30-08-14) e la "Corsa dei buccarotti" a Sassari di domenica (31-08-14); stanchezza a parte mi sono serviti almeno come piacevole diversivo.
Calangianus ci accoglie in un bel posto avvolto nella natura, dove centinaia di persone a cui correre non interessa per nulla stanno bevendo birra e vino a fiumi noncuranti di quei pazzoidi in pantaloncini che di lì a poco suderanno per circa dieci km.
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Partenza gara Calangianus. Foto Roberto Micheletti. |
Mio figlio sente aria di festa e già si sta scatenando andandosi a cacciare nei posti più pericolosi facendo perdere 10 anni di vita a me e la mia dolce metà. Pronti via! Quando la strada comincia a salire mi ritrovo tutto da solo con tanti scalpiccii dietro. Penso già di avere la vittoria in tasca (certo...) quando ecco che l' italo-marocchino Morad Ibnorida e un inviato di Striscia la Notizia (scherzo, si chiama Cristian Cocco ma non è quello) si fanno beffe della mia spavalderia aumentando il passo e lasciandomi solo. Il percorso, ideato dall'atleta locale Antonio Sambiagio, è molto tecnico e di certo bisogna prenderlo con le molle, ma è proprio di quelli che mi piacciono, quasi interamente su sterrato e con molte salite. I primi 5 km circa sono un'unica lunga salita, che fa molta selezione, e dove è altamente sconsigliato fare traiettoria per la via più breve in curva, visto che si presentano buchi e sabbia che non farebbero altro che rallentare e appesantire il passo. Al termine della lunga salita la bottiglietta d'acqua che ci viene data sembra una fonte d'acqua fresca nel deserto, grazie agli organizzatori niente bicchieri di plastica, il cui contenuto andrebbe a bagnare l'arido sterrato conservandone ben poca per dissetarsi. Il resto è un saliscendi spaccagambe, il piede scricchiola ma tiene, lungo il tragitto ci si accorge che è disegnato lungo un percorso salute attrezzato, idea molto carina, anche se dubito siano molti quelli che ci si arrampicano a piedi, con le postazioni distanziate di circa 500 metri l'una dall'altra, è un percorso salute per chi ha un allenamento alle spalle o per chi vi si reca in bici.
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Francesco Canu. Foto Roberto Micheletti. |
Dietro so che recupereranno qualcosa, la discesa è una maledizione per i miei piedi martoriati, non posso farci nulla, se non sperare di aver accumulato abbastanza vantaggio in salita, terreno a me più congeniale, da non far tornare il quarto, l'atleta locale Antonio Sambiagio, del quale conosco bene il valore nonostante sia più vecchio di me, mentre di recuperare terreno davanti neanche a parlarne, Cocco e Ibnorida sono spariti alla vista prima di scollinare. Al nono km c'è da sperare di aver conservato qualche sprazzo di energia, perché c'è un'ultima prova da superare, prima di arrivare al traguardo, un km circa all'interno di un boschetto, con molte asperità e che non sfigurerebbe come percorso di motocross. Per fortuna su indicazione di Antonio avevo fatto una ricognizione prima della partenza, in ogni caso le asperità in qualche modo distraggono il cervello dalla fatica, nemmeno il tempo di starci a pensare e sei già fuori, verso il rettilineo finale, sempre in salita (pant), conservando il terzo posto lontano dall'inviato di Striscia. Per fortuna Federico sembra sempre arzillo, non posso riposarmi che subito devo inseguirlo tra i boschi per evitare che si perda e vada a vivere con i lupi. La serata prosegue in festa con una bella cena e tanta musica, a quelli che hanno scelto l'altra gara posso solo dire che si sono persi qualcosa, di certo se non mi sarò già distrutto l'anno prossimo sarò di nuovo qui. Un grazie davvero agli amici di Calangianus e dell'Atletica Luras che si sono anche premurati di riservare alcune tavolate per la comitiva di runners.
Le prime 10 posizioni maschili: 1) Morad Ibnorida (GS Amsicora) 2) Cristian Cocco (PAO Olbia) 3) Francesco Canu (Ittiri Cannedu) 4) Antonio Sambiagio (Atletica Luras) 5) Giuseppe Pazzola (Atletica Ozieri) 6) Salvatore Chighine (San Giovanni) 7) Fabrizio Fiori (Atletica Ozieri) 8) Valerio Tatti (Atletica San Teodoro) 9) Francesco Morittu (Atletica Ozieri) 10) Mario Molinas (SA Tempio Pausania)
Le prime 10 femminili: 1) Leonarda Cantara (Atletica Ozieri) 2) Patrizia Mureddu (Atletica Ozieri) 3) Luisella Cantara (Monte Acuto Marathon) 4) Daniela Pisu (DEPT Portotorres) 5) Stefania Ladoni (Atletica Ozieri) 6) Cristina Loverci (Civitas Olbia) 7) Patrizia Ciaffu (Atletica Ozieri) 8) Damiana Deiana (Guerrieri del Pavone) 9) Teresa Rita Pulina (Atletica Ploaghe) 10) Alessandra Loddo (Fiamma Macomer)
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Partenza gara Sassari (31-08-14). Foto G. Muresu. |
Il giorno dopo mia moglie e mio figlio danno forfait per la stanchezza accumulata a Calangianus, e siccome poi di sera comunque devo lavorare decido di partecipare a questa "simpatica" garetta organizzata in un orario in cui a Sassari puoi cucinarci le uova sul marciapiede. Tanti volti amici ritrovati e guardandomi intorno sento che la maledizione del terzo posto è di nuovo in agguato. Le gambe mi dicono se sono impazzito, dopo la gara del giorno prima, a mettermi in testa di fare sti saliscendi a 45° all'ombra su ciotoli che minacciano i miei poveri piedi, ma niente, il mio cervello non è collegato alla testa, quello pensa solo a correre. Stavolta nel gruppo di testa ci rimango per ben 3 km e mezzo, più che altro per verificare se lo speaker nel frattempo avesse letto il mio nome, visto che al 4° passaggio ancora non sapeva chi cavolo fossi. All'inizio del 5° giro ho ancora a tiro i primi, Gianfranco Rozzo e Nicola Fattacciu, poi nelle curve vedo solo la schiena del sennorese, ma man mano la stanchezza accumulata in questi giorni e le salite di Calangianus hanno la meglio portandomi via la brillantezza della partenza, arrivando ancora una volta con la faccia stravolta. Ancora 3°.
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Immagine della gara di Sassari. Foto Giuseppe Muresu. |
Ma maledizione a parte, mi sto divertendo sempre di più. Una bella giornata forse condizionata dal gran caldo e alcuni vigili (al contrario degli volontari che hanno organizzato la gara, che sono stati perfetti) forse un po' distratti, gli unici difetti di una gara molto simpatica organizzata dagli amici della Podistica Sassari e l'associazione Currichisimagna, molto attiva nell'organizzare gare particolari nella zona del sassarese. Come da tradizione il finale è festoso e ci sono premi per tutti, soprattutto per i bambini, mentre la mia disperazione per la perdita del cellulare viene calmierata dagli stessi organizzatori i quali lo avevano trovato per terra e tenuto in attesa che qualcuno lo rivendicasse. Due giorni intensi ma splendidi.
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