Perfettamente riuscita,
all’insegna del divertimento, la prima edizione del Timi Ama Nature Race. Il
luogo della manifestazione si trova a Villasimius, località situata a Sud-Est
dell’isola, in uno degli scenari naturali più suggestivi della Sardegna. Il
maggiore artefici di tutto quanto è stato Pierpaolo Sanna, presidente della
società sportiva “Run For Joy”,
coadiuvato a sua volta da Valeria Mura, Stefania Mascia, Luca Maini, Riccardo Tronci e Lucia Marceddu.
Innumerevoli i volontari, facenti parte di varie società sportive, che si sono resi disponibili affinché tutto filasse liscio.
La location dove è stato
organizzato il ritrovo della manifestazione si trova presso l’Hotel PullmanTimi Ama, un Resort a cinque stelle situato a due km. da Villasimius. Molto
importante anche il contributo del Comune di Villasimius che ha collaborato
proficuamente per la riuscita dell’evento.
Innumerevoli i volontari, facenti parte di varie società sportive, che si sono resi disponibili affinché tutto filasse liscio.
Pierpaolo Sanna. |
La temperatura è a dir
poco perfetta. Spira una leggera brezza da nord che rende l’aria asciutta con
un sole ancora efficace nonostante siamo ai primi giorni di Ottobre.
La
vegetazione tutt’attorno è di tipo Mediterranea ed è ancora intatta grazie alla
presenza della vicina Area Marina Protetta. In lontananza spicca maestosa la
Torre Aragonese, adagiata nella parte più alta del promontorio, mentre davanti
a noi la vista spazia senza ostacoli grazie al “vuoto” creato dallo stagno che
si estende sino alla Spiaggia di Porto Giunco.
Si tratta di una gara “non
agonistica”, un po’ atipica per chi pratica lo sport della corsa. Del tutto
avulsa da schemi agonistici normalmente profusi dalle federazioni apposite.
Nel percorso, lungo circa 10 km., sono stati creati, ad arte, una serie di ostacoli artificiali che hanno trasformato la manifestazione in una sorta di gioco ludico dove il divertimento è già assicurato a priori. I partecipanti si sono aggregati in gruppi omogenei e spontanei a prescindere da eventuali società sportive di atletica. L’abbigliamento dei vari gruppi è uniforme e manifesta chiaramente un carattere scherzoso e divertente.
Da qui la presenza di gruppi
più o meno numerosi ma con piglio divertente con denominazioni come: Tana dei
lupi, Curreusu e si spassiausu (Corriamo e ci divertiamo), Sa Panada Assemini,
Dimonions, Zeroxcuse, La Brigata Himalaya, Lions, La Banda del Cloro, Gli
scappati di casa, La macchia mediterranea, I maschietti di Cla, Simpatiche
canaglie, Run for joy, e tanti altri. A tutti i partecipanti, quasi 500
iscritti, è stato consegnato un cip ed un numero di pettorale, oltre alla
maglietta tecnica azzurra con la scritta “Timi Ama Nature Race”.
Nel percorso, lungo circa 10 km., sono stati creati, ad arte, una serie di ostacoli artificiali che hanno trasformato la manifestazione in una sorta di gioco ludico dove il divertimento è già assicurato a priori. I partecipanti si sono aggregati in gruppi omogenei e spontanei a prescindere da eventuali società sportive di atletica. L’abbigliamento dei vari gruppi è uniforme e manifesta chiaramente un carattere scherzoso e divertente.
La partenza, così come
anche l’arrivo, avviene nel bellissimo prato verde antistante la struttura
alberghiera. Con qualche minuto di ritardo, rispetto all’orario di partenza (le
dieci), finalmente ha inizio la festa. Lo sparo d’inizio libera tutti da quella
attesa che ormai si stava dilungando oltremisura. Si tratta di un giro unico
che originariamente doveva essere lungo 11 km. ma che per esigenze di sicurezza
per gli stessi atleti è stato ridotto di circa 1 km. Si percorre in senso
orario ed è equamente distribuito tra asfalto, sterrato e spiaggia.
Sin dalla
fase iniziale della partenza si distingue tra tutti la figura di una persona
travestita da scheletro. In effetti dentro il costume è nascosto uno degli
organizzatori della manifestazione. Si tratta di Luca Maini. La sua partenza “a
razzo” serve ad indirizzare tutti gli altri atleti verso il giusto percorso. Un
altro atleta che parte veramente spedito è il Dott. Luca Speciani. Medico chirurgo milanese e alimentarista molto
attento alle esigenze degli atleti. Speciani in questi giorni si trova in
Sardegna per uno Stage tenuto a Cagliari sulla Dieta Gift.
In quanto a me
(Antonello Vargiu), nonostante mi sia iscritto regolarmente alla gara, ho
deciso di gareggiare in compagnia della mia macchina fotografica e dedicarmi a
fare le foto lungo il tragitto. Già durante la partenza mi sono posizionato a qualche
decina di mt. dagli atleti per riprendere le fasi dell’avvio della gara.
Nella prima parte della
gara si corre sull’asfalto e ci si indirizza verso il paese di Villasimius
ossia verso Nord. Il percorso in questo caso è meno divertente e panoramico rispetto
a ciò che si presenterà più tardi.
Dopo circa un km. si devia verso destra per abbandonare la strada asfaltata ed entrare finalmente nel clima giusto della gara. Ecco infatti il primo ostacolo. Una serie di copertoni di gomma d’auto distesi per terra dove gli atleti devono attraversarli correndoci dentro. Niente di difficile ma sicuramente massima attenzione nel centrare gli stampi tondi dove poggia il piede. Ormai si corre solo sullo sterrato e ci si indirizza verso il mare. Il percorso è piatto e veloce ed il “cannetto”, accanto a dei piccoli acquitrini d’acqua, ne delimita entrambi i lati della carreggiata. Ecco il secondo ostacolo. Una serie di “balle” di fieno sovrapposte tra loro in perfetto ordine. Niente di difficile ma sicuramente occorre superarle con accortezza.
Ancora qualche centinaio di metri e si intravede in lontananza il mare. Passiamo vicino a delle case, poche per la verità, che precedono l’arrivo in spiaggia. Eccoci finalmente sulla sabbia. Pochi turisti distesi a prendere il sole e un mare, con tonalità dal verde all’azzurro. Lo percorreremo indisturbati per oltre 2 km. di costa. La brezza leggera da nord crea delle piccole onde sul mare che si diramano leggere a riva e ci accompagneranno lungo tutto il tragitto “spiaggioso” verso Sud. La sabbia è finissima e di color bianco tendente al grigio chiaro. Sin dalle prime battute di corsa in spiaggia si avverte subito il diverso impatto che si ha con la sabbia. E’ talmente fine che penetra con facilità dentro le scarpe.
Dopo circa un km. si devia verso destra per abbandonare la strada asfaltata ed entrare finalmente nel clima giusto della gara. Ecco infatti il primo ostacolo. Una serie di copertoni di gomma d’auto distesi per terra dove gli atleti devono attraversarli correndoci dentro. Niente di difficile ma sicuramente massima attenzione nel centrare gli stampi tondi dove poggia il piede. Ormai si corre solo sullo sterrato e ci si indirizza verso il mare. Il percorso è piatto e veloce ed il “cannetto”, accanto a dei piccoli acquitrini d’acqua, ne delimita entrambi i lati della carreggiata. Ecco il secondo ostacolo. Una serie di “balle” di fieno sovrapposte tra loro in perfetto ordine. Niente di difficile ma sicuramente occorre superarle con accortezza.
Ancora qualche centinaio di metri e si intravede in lontananza il mare. Passiamo vicino a delle case, poche per la verità, che precedono l’arrivo in spiaggia. Eccoci finalmente sulla sabbia. Pochi turisti distesi a prendere il sole e un mare, con tonalità dal verde all’azzurro. Lo percorreremo indisturbati per oltre 2 km. di costa. La brezza leggera da nord crea delle piccole onde sul mare che si diramano leggere a riva e ci accompagneranno lungo tutto il tragitto “spiaggioso” verso Sud. La sabbia è finissima e di color bianco tendente al grigio chiaro. Sin dalle prime battute di corsa in spiaggia si avverte subito il diverso impatto che si ha con la sabbia. E’ talmente fine che penetra con facilità dentro le scarpe.
Come d’incanto ecco il
terzo ostacolo, forse uno dei più divertenti. Si intravedono delle grosse palle
trasparenti (Bubble Games Sardegna) con al loro interno una persona che ostacolerà il
percorso degli atleti. L’immagine mi riporta ad una famosa pubblicità
televisiva di un operatore telefonico con la differenza, in questo caso, che ad
essere presi di mira sono gli atleti. Il punto di passaggio non è molto largo e
le “morbide” palle sono almeno cinque. Certo che sarà difficile che possano
ostacolare il passaggio di oltre 400 atleti, però il loro impegno è massimo.
Soprattutto è molto divertente. Si vedono degli atleti sbalzati per terra nella sabbia così come si vede anche un atleta che prende alla sprovvista uno di questi “volontari in palla” e dalle spalle lo spinge rovinosamente per terra facendolo rotolare più volte. E va bè … il gioco è gioco. Tutti sorridenti e divertiti, compreso i turisti che assistono alle manovre del gioco. Superato l’ostacolo si riprende a correre.
Soprattutto è molto divertente. Si vedono degli atleti sbalzati per terra nella sabbia così come si vede anche un atleta che prende alla sprovvista uno di questi “volontari in palla” e dalle spalle lo spinge rovinosamente per terra facendolo rotolare più volte. E va bè … il gioco è gioco. Tutti sorridenti e divertiti, compreso i turisti che assistono alle manovre del gioco. Superato l’ostacolo si riprende a correre.
Sulla spiaggia, in questo
punto, c’è pochissima gente. Praticamente
possiamo godere, quasi totalmente, di uno degli spazi più spettacolari
esistenti in Sardegna.
Dalla lunga Spiaggia di Simius ci indirizziamo verso la Spiaggia del Timiama. Leggerissimo promontorio da superare ed ecco che si intravede il prossimo ostacolo. Prima di arrivare a superare (forse) la prova più impegnativa, gli organizzatori hanno costretto gli atleti a fare una lunga serpentina sulla morbidissima spiaggia. Finalmente la 4^ prova. Consiste nel passare “a carponi” sotto una rete sollevata da terra circa 50 cm. e lunga almeno 30 mt. Il passaggio è abbastanza largo (circa 3 mt.) per cui gli atleti possono transitare anche affiancati tra loro. Non c’è che dire, proprio una bella invenzione.
Logicamente tutti gli atleti (a parte il sottoscritto) devono
transitare sotto la rete, pena l’esclusione dalla classifica. C’è da dire che
durante i vari punti di ostacolo, ma soprattutto in tutto il tragitto della
gara, la presenza di volontari è veramente notevole. I punti di ristoro sono
stati messi al 3° e al 6° km. e tra l’altro ben presidiati.
Dalla lunga Spiaggia di Simius ci indirizziamo verso la Spiaggia del Timiama. Leggerissimo promontorio da superare ed ecco che si intravede il prossimo ostacolo. Prima di arrivare a superare (forse) la prova più impegnativa, gli organizzatori hanno costretto gli atleti a fare una lunga serpentina sulla morbidissima spiaggia. Finalmente la 4^ prova. Consiste nel passare “a carponi” sotto una rete sollevata da terra circa 50 cm. e lunga almeno 30 mt. Il passaggio è abbastanza largo (circa 3 mt.) per cui gli atleti possono transitare anche affiancati tra loro. Non c’è che dire, proprio una bella invenzione.
Si prosegue lungo dalla
Spiaggia del Timiama per arrivare alla Spiaggia del Giunco. Da li si può
ammirare la lunga distesa dello stagno attiguo alla spiaggia stessa.
Tra i
tanti volontari del soccorso, dislocati un po’ ovunque con le proprie
ambulanze, possiamo vedere anche dei volontari che adoperano una moto a 4 ruote
mentre transita in questa zona della spiaggia. Qualche centinaio di metri ed il percorso cambia radicalmente aspetto.
Occorre salire sopra un promontorio attraverso un sentiero molto stretto
avvicinandoci in direzione della Torre Aragonese. La salita non è ripidissima
ma costante e molti atleti decidono di affrontarla per lunghi tratti a passo
veloce.
Nel punto più alto si intravede un panorama veramente spettacolare. Ora si punta verso una discesa impervia che ci indirizza nei pressi della “Cava Usai”. Proprio nel punto più in basso, dopo aver superato la Cava, è presente l’ennesimo ostacolo. In questa circostanza è presente, nell’indirizzare i vari atleti, Luca Maini, con il suo costume da scheletro. L’ostacolo consiste nel passare attraverso 5 rettangoli costruiti in legno e disposti con due aperture.
A ogni passaggio occorre “raggomitolarsi” per poter superare la prova.
Nel punto più alto si intravede un panorama veramente spettacolare. Ora si punta verso una discesa impervia che ci indirizza nei pressi della “Cava Usai”. Proprio nel punto più in basso, dopo aver superato la Cava, è presente l’ennesimo ostacolo. In questa circostanza è presente, nell’indirizzare i vari atleti, Luca Maini, con il suo costume da scheletro. L’ostacolo consiste nel passare attraverso 5 rettangoli costruiti in legno e disposti con due aperture.
A ogni passaggio occorre “raggomitolarsi” per poter superare la prova.
Dopo un breve ristoro, al
6° km., ecco di nuovo una salita da fare. Stavolta è più corta rispetto alla
precedente ma non per questo semplice. Il sole riscalda sempre di più e la
stanchezza si fa sentire. Una volta acquistato un po’ di quota si intravede
piuttosto vicino il faro di Capo Carbonara. Uno sterrato in leggera salita ci
conduce verso una larga strada asfaltata che ci indirizza verso Ovest, ossia
verso il punto di ritorno al Resort.
Si tratta di un lungo rettilineo in leggera discesa dove gli atleti la percorrono mantenendosi nel lato di destra della strada. Dopo circa 1 km. di asfalto è prevista una deviazione a destra dove gli atleti vengono incanalati all’interno di uno stretto sentiero verso le prossime prove-ostacolo. Occorre superare delle porte costruite con delle funi intrecciate tra loro. In pratica si attraversano con il proprio corpo un groviglio di funi sfruttando gli spazi più larghi che poi larghi proprio non sono.
Pochi metri ancora e c’è da superare un grosso tronco di un albero quasi “coricato” per terra in un punto di passaggio strettissimo. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. E’ bello vedere con quanto divertimento gli atleti superano i vari ostacoli. Dopo una graduale discesa su strada sterrata ormai ci troviamo al fianco dello Stagno del Giunco. Si attraversa una zona dove sono presenti delle costruzioni sino ad arrivare nuovamente al punto di partenza, nel prato dell’Hotel, che funge anche come arrivo.
Si tratta di un lungo rettilineo in leggera discesa dove gli atleti la percorrono mantenendosi nel lato di destra della strada. Dopo circa 1 km. di asfalto è prevista una deviazione a destra dove gli atleti vengono incanalati all’interno di uno stretto sentiero verso le prossime prove-ostacolo. Occorre superare delle porte costruite con delle funi intrecciate tra loro. In pratica si attraversano con il proprio corpo un groviglio di funi sfruttando gli spazi più larghi che poi larghi proprio non sono.
Pochi metri ancora e c’è da superare un grosso tronco di un albero quasi “coricato” per terra in un punto di passaggio strettissimo. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. E’ bello vedere con quanto divertimento gli atleti superano i vari ostacoli. Dopo una graduale discesa su strada sterrata ormai ci troviamo al fianco dello Stagno del Giunco. Si attraversa una zona dove sono presenti delle costruzioni sino ad arrivare nuovamente al punto di partenza, nel prato dell’Hotel, che funge anche come arrivo.
Finalmente la prova è
terminata. Tante facce sorridenti e gruppi che pian piano si ricompattano. Il
ristoro è garantito per tutti con prodotti che permettono anche il recupero dei
sali minerali consumati. In una gara come questa è difficile parlare di un
vincitore. Lo sono stati tutti quanti coloro che hanno condotto a termine
l’impresa. Ma andiamo a vedere chi sono stati coloro che hanno chiuso per primi
la gara. Ecco la classifica con i relativi tempi impiegati dei primi 10 uomini e delle prime
10 donne.
Questi gli uomini: 1°
Stefano Mori Ubaldini (Brigata Himalaya) in 44’05”; 2° Alessandro Pionca (Sa
Panada Assemini) in 44’45”; 3° Giovanni Anedda (CrossFit Kasteddu) in 45’36”;
4° Savio Murgia (Indipendente) in 45’40”; 5° Pierpaolo Carta (Lions) in 45’51”;
6° Luca Speciani (Isola Sportiva) in 46’51”; 7° Andrea Deplano (Ind.) in 46’52”;
8° Andrea Pisanu (Lions) in 46’58”; 9° Andrea Branca (I Maschietti di Cla) in
47’07”; 10° Francesco Secchi (Lions) in 47’59”.
Queste le prime 10 donne:
1^ (40^) Paola Addari (Indipendente) in 51’07”; 2^ (41^) Marina Trudu (La
Brigatta Himalaya) in 51’07”; 3^ (74^) Paola Melis ( Curreusu e si spassiausu)
in 54’04”; 4^ (81^) Elisabetta Mosso (Zeroxscuse) in 54’44”; 5^ (84^) Laura
Secci (La Brigatta Himalaya) in 54’48”; 6^ (85^) Michela Salis (Run For Joy) in
55’01”; 7^ (92^) Valeria Mura (Run For Joy) in 55’33”; 8^ (104^) Luisa Sanniu
(La banda del cloro) in 57’13”; 9^ (119^) Monika Bertova (Ind.) in 57’38”; 10^
(121^) Katia Teresa Contini (Lions) in 57’41”.
Il totale degli atleti
arrivati è stato 368, tra cui 254 uomini e 114 femmine. Le premiazioni a fine
manifestazione hanno riguardato: i primi uomini e le prime donne che hanno
superato la prova; il primo team che ha portato a termine il percorso con
almeno 5 elementi della stessa squadra contemporaneamente; il team più
numeroso; il team più simpatico.
Durante tutto il periodo
della manifestazione la musica e l’intrattenimento è stato garantito dai Dj di RadioMela.Per poter vedere la classifica (da Sdam) di tutti gli arrivi clicca qui;
Per poter vedere le 190 foto fatte da Antonello Vargiu relative alla gara clicca qui;
Per vedere il video di "spinbiker" (6'04") clicca qui;
Per leggere la presentazione della gara clicca qui;
Puntuale e preciso come sempre. Non ho potuto partecipare alla manifestazione, ma l'ho vissuta col tuo articolo. Grazie!
RispondiEliminaGrazie AnnaMaria.
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