Allenamento al Poetto tra amici. Foto Nando Usai. |
Che l'esercizio fisico faccia bene alla salute è ormai cosa nota: diabete, ipertensione, obesità, sindrome metabolica, così come depressione e ansia si curano anche con il movimento, definito un vero e proprio farmaco, non solo da consigliare, ma da prescrivere sempre nella ricetta medica, insieme a compresse, iniezioni e gocce. Nel diabete l'attività fisica aiuta davvero, purchè fatta nel modo giusto, con modalità e tempi ben precisi. In altre parole, nella prescrizione del medico devono essere indicati la durata, la frequenza, l'intensità e il tipo di esercizio.
"Non basta però suggerire genericamente di muoversi di più o salire a piedi le scale, bisogna richiedere un impegno muscolare più strutturato e ripetitivo - spiega il Professor Paolo Montera, Endocrinologo, Medico dello Sport e docente all'Università di Tor Vergata di Roma- "L'obiettivo da raggiungere, nel caso dei malati di diabete di tipo II, è infatti la diminuzione di peso e la normalizzazione di alcuni parametri metabolici, raggiungibile con esercizi particolari, soprattutto quello di tipo aerobico di bassa-media intensità (come la camminata a passo veloce, la corsetta, la bici), che aumenta il consumo di glucosio e di acidi grassi da parte dei muscoli, aiuta a consumare calorie, favorisce la perdita di peso e fa bene al cuore".
Gli esercizi e gli sport di potenza o di velocità, cioè l'attività anaerobica (dal sollevamento pesi, alla pedalata in salita o la corsa veloce), sono comunque utili, ma utilizzano prevalentemente glucosio e aumentano il volume e il tono dei muscoli, così come il dispendio energetico basale. L'attività aerobica e anaerobica aumentano entrambe l'efficacia dell'insulina, migliorando la tolleranza al glucosio e riducendo il fenomeno dell'insulino-resistenza, alla base dell'obesità addominale del diabete di tipo II, e di altre alterazioni della Sindrome Metabolica (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione) e diminuiscono i livelli di emoglobina glicosilata.
Ma attenzione, l'allenamento e il tipo di esercizio devono essere sempre supervisionati da un laureato in scenze motorie e adattati alle condizioni fisiche (età, peso, condizioni cardiache, pressorie, respiratorie), a eventuali malattie (alterazioni metaboliche, problemi articolari), al tipo di terapia in atto (dieta, ipoglicemizzanti orali, insulina) e all'orario di assunzione o somministrazione del farmaco: "In caso di terapia con insulina ad azione rapida, -conclude Montera - l'attività fisica deve essere svolta solo dopo la fine del suo effetto (in media tre/quattro ore) e bisognerà ridurne la posologia nella somministrazione successiva, per evitare l'insorgenza di pericolose crisi ipoglicemiche".
11 novembre 2015
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