domenica 12 novembre 2006

Nella ricetta del medico anche l'esercizio fisico. Scritto da Brigida Stagno.

Allenamento al Poetto tra amici.   Foto Nando Usai.
Che l'esercizio fisico faccia bene alla salute è ormai cosa nota: diabete, ipertensione, obesità, sindrome metabolica, così come depressione e ansia si curano anche con il movimento, definito un vero e proprio farmaco, non solo da consigliare, ma da prescrivere sempre nella ricetta medica, insieme a compresse, iniezioni e gocce. Nel diabete l'attività fisica aiuta davvero, purchè fatta nel modo giusto, con modalità e tempi ben precisi. In altre parole, nella prescrizione del medico devono essere indicati la durata, la frequenza, l'intensità e il tipo di esercizio.

Ne sono convinti anche i membri dell'American Diabetes Association, che dopo aver analizzato diversi studi sull'argomento, hanno stilato due anni fa un documento finale di consenso, le cui indicazioni erano apparse precedentemente nello studio finlandese Diabetes Prevention Study. Le quantità minime di esercizio necessarie per prevenire la malattia diabetica corrispondono a 150 minuti a settimana, vale a dire 30 minuti ininterrotti per cinque giorni a settimana o 50 minuti per tre sessioni. L'importante è non far passare mai più di due giorni tra un allenamento e l'altro. L'attività fisica prescritta e strutturata in questo modo e associata a un'alimentazione equilibrata può essere il primo passo per prevenire la malattia nelle persone a rischio o per tenerla sotto controllo prima di passare ai farmaci.

"Non basta però suggerire genericamente di muoversi di più o salire a piedi le scale, bisogna richiedere un impegno muscolare più strutturato e ripetitivo - spiega il Professor Paolo Montera, Endocrinologo, Medico dello Sport e docente all'Università di Tor Vergata di Roma- "L'obiettivo da raggiungere, nel caso dei malati di diabete di tipo II, è infatti la diminuzione di peso e la normalizzazione di alcuni parametri metabolici, raggiungibile con esercizi particolari, soprattutto quello di tipo aerobico di bassa-media intensità (come la camminata a passo veloce, la corsetta, la bici), che aumenta il consumo di glucosio e di acidi grassi da parte dei muscoli, aiuta a consumare calorie, favorisce la perdita di peso e fa bene al cuore".

Gli esercizi e gli sport di potenza o di velocità, cioè l'attività anaerobica (dal sollevamento pesi, alla pedalata in salita o la corsa veloce), sono comunque utili, ma utilizzano prevalentemente glucosio e aumentano il volume e il tono dei muscoli, così come il dispendio energetico basale. L'attività aerobica e anaerobica aumentano entrambe l'efficacia dell'insulina, migliorando la tolleranza al glucosio e riducendo il fenomeno dell'insulino-resistenza, alla base dell'obesità addominale del diabete di tipo II, e di altre alterazioni della Sindrome Metabolica (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione) e diminuiscono i livelli di emoglobina glicosilata.

Ma attenzione, l'allenamento e il tipo di esercizio devono essere sempre supervisionati da un laureato in scenze motorie e adattati alle condizioni fisiche (età, peso, condizioni cardiache, pressorie, respiratorie), a eventuali malattie (alterazioni metaboliche, problemi articolari), al tipo di terapia in atto (dieta, ipoglicemizzanti orali, insulina) e all'orario di assunzione o somministrazione del farmaco: "In caso di terapia con insulina ad azione rapida, -conclude Montera - l'attività fisica deve essere svolta solo dopo la fine del suo effetto (in media tre/quattro ore) e bisognerà ridurne la posologia nella somministrazione successiva, per evitare l'insorgenza di pericolose crisi ipoglicemiche".
11 novembre 2015



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