La difficoltà del percorso, ma soprattutto la bellezza paesaggistica delle costruzioni più antiche del paese, percorse quasi palmo a palmo, tra viuzze e labirinti vari in un giro unico di 9.300 metri, ci hanno riportato indietro nel tempo facendoci vivere momenti unici davvero difficili da dimenticare.
Il nostro viaggio per Tonara inizia intorno alle 7.30 e la giornata non è così calda come nei giorni passati. In macchina con me ci sono Massimiliano Locci, Stefano Floris e la sua ragazza Federica. La via più corta, da Cagliari, risulta il percorso che da Monastir ci porta sino ad Isili per poi girare verso la zona industriale ed indirizzarci verso Santa Sofia (Laconi). Da lì in poi è un susseguirsi di boschi e panorami stupendi. Dopo la cantoniera di Ortuabis si arriva ad Aritzo e, nel giro di pochi chilometri, si sale sino a quasi mille metri di altezza dove si trova il paese di Tonara. Tempo impiegato intorno a 1:40’ per 120 km di ottima strada.
Il paese (2.500 abitanti) è collocato alle pendici del monte
Muggianeddu (1.500 mt.), avamposto occidentale del massiccio del Gennargentu, a
cavallo delle Regioni storiche della Barbagia di Belvì e del Mandrolisai. E’
formato da tre antichi rioni, Arasulè, Toneri
e Teliseri, collocati tra gli 850 e i 1.000 metri s.l.m., uno ancora più
antico e disabitato, Ilalà ed uno di recente costruzione, Su Pranu, posto al
centro di un altopiano calcareo. Cosa importante da ricordare è che Tonara è la capitale del
torrone sardo e dei campanacci, nonché patria del poeta Peppino Mereu.
Prima della partenza ho le idee piuttosto chiare di quale
sarà lo sforzo da sostenere per tale gara. Già l’amico Luigi Mascia quando ci
vedemmo a San Sperate mi disse che lui non aveva intenzione di fare nuovamente
la capretta dato che l’esperienza l’aveva già vissuta due anni fa. Durante il
riscaldamento, in compagnia di Filippo Tocco (M40, Libertas Campidano),
decidiamo di tenere un’andatura piuttosto tranquilla cercando di affrontare la
gara in compagnia. La temperatura è piuttosto alta. Seppure il sole rimane
nascosto nella prima fase della gara siamo vicini ai 30 gradi ma con un’umidità
bassissima.
La gara inizia puntuale alle 10,30 e vede partenti poco meno
di 100 atleti giunti un po’ da tutte le parti dell’isola. D’altronde Tonara si
trova assai vicina al centro geometrico dell’isola. Tra gli atleti di spicco a
parte Stefano Floris (Senior, Amsicora CA), vincitore appena una settimana
prima della gara di San Sperate, vi è il rientrante Massimiliano Locci (Senior, GS Atletica
Olbia), considerato tra i più forti atleti di corsa in salita della Sardegna. Ci
sono anche i giovani emergenti: Nicola Muntone (Junior, Atl. Legg. Porto
Torres), Giuseppe Mura (Promesse, Cus CA), Daniele Fraoni (Senior, Fiamma
Macomer), Andrea Culeddu (TM, Runners CA), Fausto Deandrea (TM, Guilcer Team
Ghilarza) ed il meno giovane Giovanni Desotgiu (M50, Atl. Amatori Nuoro) di
origine tonarese. Tra gli sconosciuti invece appaiono due atleti provenienti
dal continente ma di chiare origini isolane: il milanese Stefano Demuro (M35,
Montestella Milano) ed il "genovese", ma nativo di Nurallao, Giovanni Orrù (Senior, Cus Genova)
mentre dall’estero, precisamente dalla Francia, ci sono i due Lasina, Michel
(M50) e Tom (1992) rispettivamente padre e figlio.
La partenza avviene nella centralissima Viale S.Antonio a
900 mt. di altitudine e, seppure con leggeri saliscendi, in questa fase
iniziale la gara non appare così dura dato che si percorre la zona alta del
rione Su Pranu senza importanti dislivelli. Dopo circa due km. si ripassa
vicino alla zona di partenza con il gruppo già sgranato e le posizioni di testa
piuttosto definite. Il percorso è segnalato con frecce azzurre sul fondo
stradale opportunamente transennato. La distanza viene indicata con cartelli
che vengono posizionati visibilmente lungo il tracciato. La difficoltà vera e
propria del percorso inizia nel momento in cui viene imboccato un vicolo ripido
sulla destra che scende a picco nel cuore del Rione di Toneri. Qui ci troviamo
ad affrontare un percorso piuttosto nervoso, saliscendi continui con curve
difficili d’affrontare e terreno da tenere sempre sotto controllo. L’andatura è
irregolare sino a quando ci si indirizza con una discesa discreta verso il
Rione di Teliseri dove si tocca, poco prima del km. 4, anche il punto più basso
del percorso a circa 800 mt. s.l.m. Qui a Teliseri le vie sono sempre molto
irregolari, ricche di saliscendi, sino a trovarci ad un certo punto in uno dei
due tratti dove la via si restringe sino a circa 50 – 60 cm. per circa 20 mt.
dove si riesce a passare tenendo accuratamente vicine al proprio corpo le
braccia per non toccare le due estremità laterali delle mura. L’altra via
(S’Istrintorgiu), molto simile a questa, la troveremo nel Rione di Arasulè
qualche chilometro più avanti. La massima attenzione riservata al percorso e la
fatica fisica per i saliscendi non ci permettono di individuare facilmente le
tre fontane che troveremo nel circuito su dodici presenti nell’intero paese.
Una si riesce a vederla facilmente in quanto si trova lungo una dura salita
dove l’andatura è piuttosto fiacca e dove vicino ci sono dei volontari che ci
forniscono dei bicchieri d’acqua freschissima. Da segnalare su tutto il
percorso le figure ben distinte dei volontari (circa un’ottantina) sia
dell’AVOS (pronto soccorso) che de S’Alasi (protezione civile) per garantire la
sicurezza degli atleti.
Mentre tra le viuzze dei due rioni bassi (Toneri e Teliseri)
non si aveva ben chiara la situazione degli altri atleti, dato che non si
riusciva a vedere gli “avversari” a oltre 20 o 30 metri di distanza (per il
percorso quasi da “giochi senza frontiere”), dopo l’uscita da Teliseri le
strisce azzurre ci indirizzano invece sulla larghissima strada statale 295,
che, con una costante salita di circa 1 km. , ci riporta in quota e ci consente
di avere più chiara la situazione di classifica con buona visuale degli atleti
per circa 2 o 300 metri. Io e Filippo ci troviamo a far coppia fissa ormai
dall’inizio gara, In certi casi lui guadagna una decina di metri ma tutto
sommato poi lo raggiungo nei tratti di salita. Vicino a noi ci sono anche
Giovanni Pili (M55, Atl. Serramanna), Michele Licheri (M55, Guilcer Team
Ghilarza) e Antonio Deroma (M60, Dop. Petrolch. Porto Torres) che ci precedono
di qualche metro. Più avanti si vede la figura della grintosa Simona Pili
(Senior, CUS SS) mentre ancora più lontana si riesce a captare per pochi attimi
l’altra atleta donna momentaneamente in testa e cioè Marinella Curreli (Senior,
CUS SS).
La monotonia della strada larga viene nuovamente interrotta
da una deviazione che ci indirizza verso le alte quote del Rione Arasulè. Qui
le pendenze di salita diventano toste con tratti che superano anche il 20%. Non
lo nego che in almeno due casi ho dovuto inserire la “ridotta” ed andare a
passo veloce, seguito senza alcuna intesa da Filippo. In questo punto del
percorso avviene sicuramente la strategia vincente dei due Pili (padre e
figlia) nei confronti degli altri avversari. Giovanni mi racconterà nel dopo
gara del suo buon stato di forma dopo un periodo di leggeri infortuni e di come
gradualmente in salita si è guadagnato un vantaggio strategico su di noi.
Simona invece, approfittando della sua leggerezza fisica, si è avvicinata
sempre di più a Marinella tanto da riuscire a superarla e vincere la gara
femminile.
Il Rione di Arasulè, dove si tocca il massimo
dell’altitudine (940 mt.), ripresenta le stesse difficoltà e bellezze già
vissute nei due precedenti rioni antichi. Rispetto a prima troviamo una
maggiore partecipazione ed incitamento della popolazione locale consci anche
che, da questo punto in poi, per circa 2 km. le salite dure sono ormai alle
spalle. La difficoltà maggiore, tra le viuzze scoscese e ricche di scalette, è
data dalla maggiore velocità con la quale viene sostenuto questo tratto di
gara. La stanchezza sostenuta nella dura salita ci porta ad economizzare nella
spinta e sfruttare le pendenze favorevoli rischiando nelle curve strettissime
di toccare qualche muretto o, come nel caso mio, di tamponare Filippo tarato
costantemente sulla mia stessa velocità. Michele e Antonio si incoraggiano
vicendevolmente e, mentre Antonio lo ha sostenuto nella fase della salita, mi
accorgo che in questa fase è Antonio che ha maggiori difficoltà per cui
Michele, con un atteggiamento di grande classe, lo vedo rallentare e lo sento
bisbigliare che adesso sarebbe toccato a lui dare una mano ad Antonio.
Nell’ultimo chilometro di leggera discesa riesco finalmente ad allungarmi
facilmente con una leggera progressione finale. Filippo, mettendo in pratica le
proprie capacità aerobiche maturate in quest’ultimo periodo per la preparazione
della maratona di Berlino di fine settembre, allunga decisamente il passo
guadagnando nei miei confronti un vantaggio finale di oltre 100 mt. In testa
ormai gli arrivi sono stati già festeggiati da circa 5 minuti. Il milanese
Stefano Demuro ha fatto quasi gara a sé sfruttando le sue dotti di scalatore
che già in campo nazionale gli danno grosse soddisfazioni. Alla fine darà al
secondo arrivato, il cagliaritano Stefano Floris, oltre 200 mt. di distacco che
in termini cronometrici corrispondono a poco meno di 40”. Decisamente avvincente
è invece la lotta per il secondo posto fra Stefano ed il giovane Nicola
Muntone. Nicola nella fase pianeggiante, a circa 200 mt. dall’arrivo, ha un
vantaggio di circa 50 mt. su Stefano, ma il percorso, come se c’è ne fosse
bisogno, riserva un’altra piccola variante. Le frecce azzurre, come spostate
per incanto dal tenace Floris, fanno deviare verso destra il percorso gara,
presentando agli occhi degli incolpevoli atleti, un discesone di circa 300 mt.
dove, anziché spingere a tutta per chiudere il grosso supplizio quotidiano,
occorre frenare per non rischiare di cadere dalla velocità. Alla fine della
discesa gli ultimi 250 mt. sono di intensa salita verso l’arrivo finale.
Stefano conosceva accuratamente gli ultimi 2 km. di gara in quanto nella fase di
riscaldamento, prima della gara, si è concentrato su quella parte del percorso
per capire come avrebbe chiuso la gara. E’ proprio in questi ultimi 500 mt. che
Stefano si gioca tutte le sue carte recuperando in discesa Nicola e staccandolo
di pochi metri nella fase di salita sino all’arrivo. Dietro Muntone arrivano
leggermente staccati il genovese Giovanni Orrù ed il cagliaritano
Massimiliano Locci, tesserato con l’Atl. Olbia mentre il giovanissimo Giuseppe
Mura precede il meno giovane Giovanni Desotgiu (35 anni di differenza). Ottavo
è Daniele Fraoni che precede di pochissimo Andrea Culeddu e Fausto Deandrea
mentre Tonino Gonanu (M40, Atl. Orosei) anticipa decisamente Giovanni Pili che
a sua volta distacca al 13° posto Filippo Tocco ed il sottoscritto, Antonello
Vargiu (M50, Futura CA) arrivato boccheggiante. Tra le donne Simona Pili batte
Marinella Curreli (entrambe del Cus SS) mentre terza arriva Erica Chighini
(Junior, Atl. Ploaghe). Quarta è Maria Grazia Piras (Senior, Runners CA) che
anticipa la fortissima Caterina Miscali (F45) e Adalgisa Deriu (F35) del
Guilcer Team Ghilarza. Settima arriva Emilia Minnai (F40, Sporting Sie) su
Luisa Lai (F50, Marathon Club OR), Alessandra Loddo (F45, Atl. Orani) e
Brigitte Marie Jeann Piollett (F45, Atl. Guspini).
A fine gara tutti gli atleti si sono trasferiti verso il
ristorante “Su Toni” dove, nella piazzetta antistante il presidente della Fidal
Sergio Lai ha consegnato le premiazioni. Ai primi 5 sia uomini che donne sono
stati donati dei premi in denaro mentre ai primi 3 di ogni categoria sono stati
fatti dei simpatici premi contenenti un torrone unito ad un prodotto
dell’artigianato artistico locale (tovagliette, bisacce o campanacci). Nel
ristorante l’atmosfera è di grande festa. Il pasto è semplice ma genuino
composto da prodotti locali preparati e serviti con cura dal personale del
ristorante. Dopo il primo a base di malloreddus ci è stata servita una
gustosissima pietanza locale: la “pecora in cappotto”. Ottimo il vino, i salumi
così come il pane (spianata) che accompagnava adeguatamente i vari formaggi
locali. A fine pasto gli amici di Macomer hanno tirato fuori da una borsa frigo
il dessert: “su casizolu matzu” (caciocavallo marcio). E’ un formaggio che in
questo caso è stato fatto fermentare con la proliferazione al suo interno di
tanti piccoli vermi saltellanti. A chiusura di pasto torrone in abbondanza per
tutti.
Per vedere i risultati della gara di Tonara clicca qui;
Tutte le foto sono state tratte da Internet.
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