Tullio a Chicago. |
Ci conosciamo già da oltre un anno e già nel gennaio del 2011 avevamo avuto la possibilità di correre in compagnia, lungo il Poetto, per oltre un’oretta. Tra le gare che Tullio ha fatto in questi ultimi anni c’è da annoverare, tra le altre, la sua partecipazione e completamento nelle ultime tre edizioni della gara del Magraid, difficilissima impresa già per gli atleti normodotati, che si svolge su terreni tortuosissimi nelle vicinanze di Pordenone. Si tratta di una gara divisa in tre tappe, per un totale di 90 km., da farsi in tre giorni consecutivi, nel mese di giugno, con temperature che talvolta diventano torride. Ultimamente, comunque, in data 17 -12-11, ha partecipato a Udine ad una maratona a tempo, lunga sei ore, per raccogliere fondi a favore di Telethon. Stamattina, nei 13 km. lenti, percorsi attorno al colle, ho potuto sentire diversi suoi racconti vissuti nelle gare più disparate in cui è riuscito sempre a portare a termine. Vicissitudini varie, alcune purtroppo non andate a buon termine, come la gara del Sahara che avrebbe dovuto fare all’inizio dell’anno (2011) ma che poi è stata annullata per problemi di sicurezza dovuti ai disordini creati dalle popolazioni nei confronti del governo libico. Tra le varie maratone compiute, tutte vissute con il massimo entusiamo, sicuramente è stata quella di Chicago che gli ha dato maggiore soddisfazione. Quello che sembra veramente straordinario di questo atleta è il fatto che più è dura la competizione e più lui ne trae piacere. La gara di Chicago dell’ 11 ottobre 2009 purtroppo era stata condizionata da un tempo veramente duro. Vento fortissimo e gelido, temperatura sotto zero ma nonostante tutto 46000 partenti e tutto è filato liscio. Tullio in queste condizioni quasi impossibili è arrivato con il tempo di 4:32’ posizionandosi complessivamente 19200°. Le sue prossime gare, almeno nel primo semestre del 2012, non sono per niente semplici. Il 4 marzo sarà presente nella gara del Sahara per affrontare 110 km. nel deserto con temperature che vanno sino a 40 gradi mentre a fine maggio sarà chiamato ad affrontare una gara sicuramente più agevole del Sahara, “Il Passatore”. Certo che si tratta di un personaggio un po tosto. Già l’aspetto fisico, piuttosto basso e leggerino, ricorda non poco la stazza di noi isolani, ma ciò che più di tutto si è trascinato addosso dalla Sardegna è la testardaggine e l’orgoglio di poter arrivare dove solo gli atleti più duri osano… poi farlo da cieco…
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