sabato 27 ottobre 2012

Macomer, 20 e 21-10-12. Corsa e immortalità scritto da Benedetto Deriu.

Tre anni fa non trovai il coraggio di correre la 21 e la 60. Decisi di fare "solo" la 60....
In quel momento avevo nei vostri confronti un piccolo senso di colpa per questioni legate al CurreSardignAjo´....mi sembrò carino andare alla vostra gara ed "espiare" martoriando il fiacco contenitore del mio spirito sulle polverose piste dei padri nuragici. Ed espiai. Arrivai quart´ultimo dopo 7 ore e 40 minuti ma con una genuina sensazione di conquista, con l´aura di immortalità che solo agli ultramaratoneti è riservata. Ricordo bene che il giorno dopo mi comprai il costume del mitico Thor, il Dio del Tuono, e uscii di casa pronto a salvare il pianeta....ma non appena mia moglie mi vide con il manto blu e il potente martello di Miolnir...mi dirottò velocemente a continuare le tracce dell´impianto elettrico in magazzino!!! ...e così si concluse la prima fase della mia carriera di uomo immortale! 
Non contento di quella piccola grande impresa non volli mancare neanche l´anno scorso alla vostra gara e, nonostante avessi una preparazione ancor meno accurata, decisi di correre sia la 21 che la 60.... Risultato epico: per individuarmi si levarono in volo i Canadair ma un attimo prima del tramonto sbucai sul rettilineo del traguardo. Dietro di me solo la ragazza americana, distrutta psicologicamente dalla lettura del romanzo di Luigi Mundula "Io e la maratona, una passione infinita" . Nuovamente la sensazione di immortalità si impadroni´ di me. ..... mi sentivo Hulk, anche la pelle si stava trasformando!! Arrivai a casa e fu ancora quella santa donna di mia moglie a riportami sulla terra: -"HAI LE GAMBE NERE!!! LAVATI!!" - ....non mi stavo evolvendo in un essere sovrannaturale...avevo ancora il borotalco marrone del Monte S.Antonio sui polpacci.... 
Quest´anno sono riuscito a prepararmi un pochino meglio ma avrei partecipato in ogni caso. Ho fatto un primo giro troppo veloce per le mie possibilità e arrivato a Tamuli mi sono ritrovato a barcollare, senza energie. Non so dove ho trovato le forze per rialzarmi e ripartire di corsa, per continuare a mettere i piedi uno davanti all´altro, senza più smettere. Ma in effetti è la stessa sensazione che ho avuto nei due anni precedenti; dopo 5 ore di corsa arrivi ad un livello tale che non ce la fai più, ma sei solo e ancora troppo lontano....non puoi accasciarti! E allora ti sollevi e corri...corri come un automa, come se non potessi fare altro. E ritrovi le energie. Non contavo i km, non contavo le ore, contavo le postazioni di ristoro!! Ancora 4, ancora 3....2 ...l´ultima!!....e poi ho incontrato Pierpaolo, stoico, ed è stato un piacere fare gli ultimi km insieme a lui. Di nuovo la sensazione di immortalità. Ad Abbasanta ho acquistato il costume di Batman e sono giunto a casa affettuoso e grintoso come non mai: con un bat-balzo abbracciai mia moglie, pronto a scatenare l´inferno e la terza luna di miele nucleare...., ma in patria nessuno è profeta e ricevetti un bat-elenco di cose da fare: svuotare la bat-borsa, accendere la bat-lavatrice, lasciare in terrazzo le maleodoranti bat-scarpe e alla fine, in premio, un bel batfanculo per essere arrivato un pochino tardi a casa. Ma ne è valsa la pena, ho salvato la mia anima e, quasi, il pianeta.
DARE I NUMERI
Nel 2010 finirono la 60 km in 23, 12 erano sardi e le donne in tutto erano quattro. L´anno scorso arrivarono in 45, 34 erano sardi e 9 le donne. Quest´anno all´arrivo sono giunti in 33, con 30 sardi e 8 donne. I numeri dicono poco perchè non dicono dei ritirati, non dicono di chi ha fatto solo la 21 e si è pentito di non aver provato la 60, non dicono di chi ha provato a fare un giro da 30 rimpiangendo di non aver fatto anche il secondo. La sensazione è che il numero dei sardi stia tendendo ad aumentare. Il passaparola sta allargando l´interesse verso questa gara e il suo incredibile contorno naturale. Ma non c´è dubbio che si tratta di una gara difficile, al limite delle possibilità e delle ambizioni di molti. 
Una gara di questo tipo può incutere timore, può scoraggiare un appassionato di corsa abituato a superare raramente la distanza dei 21 km. La corsa è un´arte, la maratona è una esperienza diversa e forse un´ultramaratona come quella di Macomer è un altro sport. Ma se un umile tapascione come me riesce a portarla a termine in condizioni fisiche tutto sommato discrete, ma soprattutto con una enorme soddisfazione interiore, vuol dire che questa prova non è così fuori portata e può essere una buona occasione per avvicinarsi a questo modo particolare di intendere l´arte della corsa. Per finire con i numeri....sono cinque gli UltraMaccos che hanno portato a termine la 60 km delle ultime tre edizioni: Teodoro Mura, Lorenzo Pisani, Lorenzo D´Elia, Veronica Correale e il povero sottoscritto. Non vuol dire molto.....ma.... Deriu non molla!!! 
MA PERCHE´?
Non lo so, ma non ne posso fare a meno. Mi piace e basta. Per me è la gara più bella. Un percorso straordinario: nuraghi, Tamuli, pecore, cavalli, frangifuoco, bosco, chiesetta, fontane, more, castagne e poi ancora funghi, draghi, folletti, subacquei, cioccolatini, coca cola, torte, Karaoke, birra, majorettes e, da quest´anno, notti promiscue e romantiche in cameroni militari. E poi si corre insieme ad atleti di fama internazionale.... Ma vista la promiscuità e la condivisione di letti....la speranza è che oltre a Calcaterra, Olmo e il forte Trentadue non si iscriva all´ultimo momento anche Mr. Trentatre, alias Rocco Siffredi.....con tutti i problemi di cautela nelle docce maschili...... Il pezzo forte è il percorso, due spettacolari giri da 30 km in gran parte su un rude frangifuoco al limitar del bosco da dove non è raro veder spuntare folletti dispettosi, soprattutto al secondo giro. Il tratto migliore è sul fitto bosco della Chiesetta, con la suggestiva scala di granito per l´accesso al Nuraghe e la lunga e rilassante discesa verso la parte sud del percorso, dove è facile imbattersi in subacquei esperti e attrezzati.
DORMIRE CON MOLTI UOMINI
Quest´anno ho dormito sul campo, nello stanzone della colonia E.C.A., una bella dimora in mezzo al bosco che per certi versi ricorda il film "Shining" ....è uno di quei posti dove probabilmente si rintanerebbe un matto come Stephen King per mettere insieme una storia truculenta e spaventosa. Era dal tempo del militare che non dormivo con un numero elevato di maschialzoni. Uno stanzone riservato ai maschietti e uno alle femminucce. Il bromuro circolava libero in camerata per mantenere bassa la libido ed evitare che il rendimento in gara potesse essere compromesso. Circa cinque ragazze nella camerata piccola, una decina di eroici Filistei in quella grande. Carlo e Sara esuli vicino al grande camino, preoccupati dalla grande umidità. Precauzionalmente noi maschietti abbiamo collocato un pesante armadio sulla porta della camerata per evitare di essere assaliti dalle ragazze della camerata attigua e dalle numerose fans che intanto stavano accorrendo dalla vicina Macomer. Forte Alamo resistette, ma cosa sia davvero accaduto dentro la camerata dei maschi...questo rimane un mistero. Ciascuno poteva disporre di una brandina, di un materasso e di un paio di coperte militari, tutto perfetto. Non è stato facile prendere sonno, diciamo che si è trattato di un sonno leggero; forse tutti quanti passammo la notte correndo, io di sicuro...e la mattina rivelai di aver fatto un sogno.
IL SOGNO
Stavamo correndo nel bosco fitto, tutti vicini; Calcaterra era in difficoltà e Trentadue non arrivava ancora a dieci. Pisani e Ribichesu erano pettinati alla stessa maniera e si studiavano, io conducevo il gruppo con Massiccione, dietro incalzavano Albertosi, Martiradonna e Longoni; salimmo le scalinate della chiesetta e d´improvviso il bosco sparì ed entrammo in una grande città. Forse era Barcellona, forse Verona o forse Roma....ma il gruppo ormai si era diradato. Istintivamente un pensiero di riconoscenza lo rivolgevo a Norma e Pietro che erano riusciti a organizzare un gemellaggio con gli organizzatori di quella grande città. Il sogno si faceva interessante e ormai pregustavo il sapore della vittoria mentre mi involavo per viali e piazze affollate di turisti....solo che il traguardo non si trovava.... Insomma un senso d´angoscia cominciava a far capolino. Provvidenzialmente mi svegliai. Ero convinto di dover ritirare un premio...e effettivamente un premio c´era perché davanti al camino il buon Carlo aveva già apparecchiato per la colazione degli UltraMaccos. Terminata la notte, svanito il sogno, incombeva la terribile e bellissima 60 km del Monte S.Antonio.
LA GARA
Quaranta alla partenza. Una simpatica presentazione atleta per atleta da parte del buon Pietro. A differenza degli anni precedenti sul percorso di gara non abbiamo incontrato quelle particolari fasce di polvere scura che potevano ostacolare ulteriormente la corsa; Paolo ce l´aveva spiegato a cena e effettivamente la terra si era compattata grazie alle recenti pioggie. I primi km sono sempre interessanti perché permettono a tutti i runner di incontrarsi frontalmente, grazie al giro di boa di Tamuli. Calcaterra e Trentadue sembravano inseguiti dalla polizia, gli altri tenevano orgogliosamente l´andatura. Molto bella e composta l´andatura di Davide, tallonato a distanza da Lorenzo (il Pisani), fortissimo atleta sul quale si stanno concentrando le attenzioni della comunità scientifica; la fisica non riesce ancora a spiegare come riescano le braccia di Lorenzo a rimanere bloccate in una ruvida apertura alare, senza accompagnare le gambe in quella naturale alternanza di movimento che dovrebbe agevolare l´azione di corsa. Mistero. La corsa nelle retrovie è una storia ancora poco nota al grande pubblico; diciamo anche che a nessuno gliene frega una mazza. Peccato, perché sull´argomento io sono molto ferrato e potrei spiegare meccanismi e dinamiche. Per la cronaca: dopo dieci km mi ritrovai ultimo assoluto, superato da un gruppetto agguerrito di ragazze disposte a ben figurare, alla loro prima 60 km. Ma all´inizio della dura salita, in prossimità del boschetto, ecco che le pulzelle perdono terreno e iniziano a camminare; senza pietà le oltrepasso con malcelata aria di superiorità. La mia gara a quel punto diventa una solitaria odissea, incontro solo gli amici dei rifornimenti dove provo a dire qualche stupidaggine ma vengo sempre allontanato a colpi di torte, frutta secca, coca cola e cioccolatini. Ricordo che al rifornimento vicino al traguardo pescai un Boero vincente ma non vollero darmi i due Boeri omaggio. Non fu un bel gesto. Mi ripresi con orgoglio e continuai la gara preoccupato di non essere raggiunto dalle tre ragazze superate a inizio gara . Va detto che ogni tanto sentivo le loro voci....si perché le donne riescono a correre e parlare allo stesso tempo. Un altro di quei misteri alla Voyager. Nel finale raggiungo Pierpaolo, l´ideatore della Sardinia Ultramarathon , con lui concludo la gara. 
LA CORSA VERDE
La corsa verde di sabato. 140 atleti per 21 km duri e divertenti. Bella gara. Vivace. Anche in questa rimango nelle amate retrovie a dare noia a corridori male allenati e amiche infortunate. Quello che rende la corsa verde particolare è la salita del boschetto, l´ascesa verso la chiesetta. Una salita che tradisce...la prendi con un passo tranquillo, pensando di poterla abbindolare, ma piano piano la pendenza varia e non te ne accorgi, provi a reagire perché non capisci cosa sta succedendo ma ti complichi la vita e arrivi a un passo dal tracollo!! Rimane una delle 21 km più dure della Sardegna, unica nel suo genere, roba per intenditori.
IL VALORE AGGIUNTO DELLA SARDINIA ULTRAMARATHON
A parte tutte le palle che ho raccontato.....Il motivo vero per il quale vale la pena di iscriversi tutti gli anni alla vostra gara siete voi. Siete voi con la vostra tranquillità e simpatia. Il costo dell´iscrizione non si avvicina neanche lontanamente a quello che voi offrite. Sempre gentili e organizzati, non trasmettete situazioni di stress che pure possono intervenire quando si deve fronteggiare una situazione complicata e ricevere 250/300 persone è una situazione complicata. Ci avete fatto sedere al coperto, in una casa riscaldata da un enorme camino, perfettamente organizzata con panche e tavoli. Ci avete servito ottimi antipasti e dei malloreddus commoventi. Addirittura ci avete portato la carne in umido con insalata e frutta. Poi ci avete ricoperto di dolci e torte fatte in casa e ci avete rasserenato lo spirito con una squisita birra alla spina....che quasi quasi neanche all´October Fest. Mancava solo abbondante colla vinilica!!! Ma a parte quello che ci avete offerto a pranzo....è davvero speciale come ci avete servito...sempre con il sorriso. Avete un sincero piacere ad accogliere i vostri amici. E dopopranzo qualcuno di voi si è anche divertito con la musica e il Karaoke, sigillando un sabato indimenticabile. Non ho potuto fare a meno di apprezzare la scaletta musicale di cui abbiamo approfittato....c´erano anche i Led Zeppelin!!! Mi sono personalmente congratulato con i discografici. La sera a cena ci avete preparato la pasta e altro, ci avete viziato ancora. Ci mancava solo che ci accompagnaste a letto a rimboccarci le coperte. E la mattina della gara di 60 km la colazione era servita in quantità e varietà, tutto a disposizione nostra. Le coccole sono continuate lungo il percorso, presidiato benissimo e con i rifornimenti dove non mancava nulla. Presidiare quel lunghissimo percorso di 30 km , è la vera sfida, un´opera molto difficile e delicata anche perché molti tratti richiedono l´impiego di mezzi fuoristrada e anche di moto da cross. Arrivare ai punti di controllo e sentirsi chiamare per nome, con un piccolo incitamento, è sempre una cosa molto simpatica. Ci conoscevate tutti. Quest´anno ho apprezzato la modifica del traguardo, proprio in prossimità del ritrovo, come nel 2010. Sembra una stupidaggine ma arrivare in mezzo a tutte le persone che stanno festeggiando è speciale. Insomma cari amici del Fiamma e di Macomer....adesso avete una responsabilità importante: fate stare bene le persone, siete terapeutici! E´ per questo che avete l´obbligo di continuare. Che razza di 2013 avrei mai pensato di affrontare se voi non aveste organizzato la vostra stupefacente festa? Vi abbraccio tutti: i ragazzi dei punti di ristoro, le ragazze che hanno servito il pranzo, i cuochi, le ragazze che hanno pulito bagni e docce, il subacqueo Antioco, i due ragazzi al bivio del boschetto che ogni anno ritrovo sempre con la stessa bella espressione, i ragazzini del vostro gruppo, abilissimi pattinatori, gli arrostitori, gli instancabili "mastri birrai", le mattacchione del Karaoke, i discografici, Norma, Pietro, Paolo, Pierpaolo e tutti gli altri di cui non so o non ricordo il nome.
Ma come si fa a non volervi bene?
Vi saluto e mi scuso per la lungaggine. Ci vediamo il prossimo anno.
Consigli per il prossimo anno:
invitate pure Vincenzo Trentadue (che ragazzo simpatico!) ma non accettate l´iscrizione di MR. Trentatre Rocco Siffredi (carattere spigoloso)
Provate a ingaggiare Manuela Arcuri
Nel regolamento del prossimo anno è meglio specificare che le donne non possono parlare e correre allo stesso tempo. DISTURBANO!!

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