Il nostro arrivo nella gara di Pula. |
Alcuni giorni fa (20-01-13) abbiamo corso la “Maratonina dei
Fenici” di Pula (vedi Garmin) e siamo riusciti a portare a casa un risultato molto
interessante: 1:38’11”. Ciò che mi fa definire questa gara come una delle
migliori Mezze fatte con Armando è il fatto che la gara sia stata condotta con
molto “criterio”. Partenza leggermente spinta nella prima fase per poi
affrontare costantemente quasi tutto il percorso al ritmo di 4’40”. Addirittura
la costanza di andatura è stata presa come riferimento da altri atleti che si
sono lasciati “trainare” per buona parte della gara. La difficoltà più grossa
durante l’accompagnamento ad Armando è dato dal fatto che occorre
preventivamente informarlo su eventuali curve o problemi di asfalto non liscio
in quanto lui durante la corsa “disattiva” completamente la pochissima vista
dell’occhio destro e si concentra totalmente sul gesto della corsa. Capita
molto sovente che l’asfalto magari presenti qualche irregolarità dovuto a
piccoli fossi o leggeri avvallamenti o altro e ciò può creare per lui un
problema di stabilità o quasi di caduta che in tal caso coinvolgerebbe anche
me. Domenica 20-01, per esempio, ci trovavamo al termine dei primi 3 km. e mi
sono trovato in una situazione molto imbarazzante. Già qualche centinaio prima
mi volto a destra per vedere il bellissimo mare con la costa tutta frastagliata
e ancora tutta allo stato “naturale”. Nello sfondo, la “Torre Spagnola”, che si
erge nel promontorio di “Nora”, appare come uno spettacolo incantevole.
Generalmente trasmetto anche ad Armando le mie impressioni e, compatibilmente
con tutte le altre informazioni, cerco di coinvolgerlo, per quanto posso, della
bellezza fisica che ci riserva la natura. Ci troviamo a poche decina di metri
da una curva a sinistra molto spigolosa e l’andatura al terzo km. è di poco
superiore a 4’30”. Nel frattempo mi suona il “bip” del Garmin che mi ha prestato
Simone Pes, io purtroppo ho dimenticato il mio a casa. Mi appresto a verificare
l’andatura del 3° km. ma nel frattempo ci troviamo a dover affrontare la curva
a sinistra. Purtroppo non arriva nessun “imput” da parte mia ad Armando e
mentre gli stò comunicando la velocità a km. io devio a sinistra mentre lui
continua dritto e mi viene addosso. Naturalmente mi accorgo subito dell’errore
e cerco di rimediare cercando di spostare con il braccio Armando per farlo
deviare a sinistra. Nel giro di pochi secondi per fortuna riusciamo a
ristabilire tutta la situazione però vi lascio immaginare i “rimproveri” (anche
se “alla buona”) di Armando nei miei confronti. Io cerco di scusarmi in tutti i
modi e lo informo subito che a pochi metri c’è un’altra deviazione a sinistra
molto intensa e di cercare nuovamente la giusta concentrazione.
Sicuramente non è la prima volta che mi capita. E’ successa
la stessa cosa nella “Mezza di Uta” e naturalmente sono distrazioni che
all’interno di una Maratonina possono capitare considerando che bisogna tenere
la concentrazione per quasi 1:40’. Ho voluto descrivere uno dei rischi che
maggiormente si può correre nell’accompagnare un non vedente. Ci sono anche
altre circostanze molto ricorrenti che si presentano molto più spesso. Sono i
casi in cui altri atleti corrono quasi davanti ad Armando o molto vicino al suo
fianco e non si rendono conto che possono essere “calpestati” bonariamente.
Ricordo che il caso più eclatante era successo nella prima gara che facemmo a
Villacidro. Un atleta supera Armando alla sua sinistra e gli chiude la strada
mettendosi davanti. Vi assicuro che quell’atleta è rimasto in piedi per
miracolo. Si becca questo calcione da dietro e solo successivamente si rende
conto che Armando non poteva vederlo. Quell’atleta, come per incanto, cambia
ritmo bruscamente e si allontana alla spicciolata dalle sue vicinanze. Credo
che sin d’allora sicuramente valuterà attentamente nelle prossime gare se si
trova Armando vicino.
Da poco ci trovavamo nella pista ciclabile del “Poetto” e in
quello stretto cammino sono moltissime le insidie che si possono manifestare.
Purtroppo sono tantissime le persone che passeggiano nella pista ciclabile nonostante
ci sia al fianco della ciclabile un’altra strada parallela. Ci trovavamo a
dover superare alcune persone che stavano parlando e che non ci lasciavano lo
spazio necessario per transitare affiancati. A nulla sono serviti gli
avvertimenti di prestare attenzione da me già prioritariamente “urlati”. Nel
frattempo sopraggiunge un ciclista di fronte a noi per cui mi sono trovato
nella situazione in cui non sapevo più cosa fare. Sia noi che il ciclista ci
siamo trovati nella situazione in cui ormai la velocità non poteva essere
bloccata. Prendo Armando sulla spalla e lo spingo verso di me per evitare di
essere preso in pieno dalla bici. Tutto alla fin fine è filato liscio però vi
posso assicurare che in quei pochissimi attimi ho sudato parecchio.
Arrivo nella gara di Aritzo. |
Comunque, tutto sommato, seppure ci possono essere dei
pericoli durante l’accompagnamento, vi posso garantire che il “piacere” che mi
trasmette Armando quando corro con lui non lo ricevo da nessun’altro atleta.
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