Allenamento del tutto speciale il 05-04-13 nei pressi del
Castello di Monreale in compagnia di tre amici della Podistica San Gavino che sono Nando Gallese (M55), Giuseppe Fontana (M50) e Curzio Scamonati (M45).
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Il Castello visto dal basso. |
Si tratta di un allenamento molto particolare in quanto il tracciato sulla quale percorriamo i primi 10 km. dei 13 totali è veramente difficile da fare con salite e discese molto ripide dove, nel caso mio, molto spesso ho dovuto camminare anziché correre. Più che di un allenamento vi voglio parlare di ciò che ho visto, durante l'allenamento. Lasciamo la macchina nel punto più basso e ci prepariamo all'avventura. Da quel punto si possono ammirare le pareti del
Castello, alte circa 10 mt., che si ergono maestose nella parte più alta del colle. Le sue origini si perdono nel tempo; sicuramente faceva parte della linea difensiva del giudicato arborense. La prima parte del tracciato, ben selezionato e utilizzato negli allenamenti da Nando e Giuseppe, è abbastanza tranquillo. Leggeri avvallamenti ci consentono di riscaldarci e prepararci alle difficoltà che da li a poco avremmo affrontato.
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Nando, Curzio e Giuseppe. |
La giornata è veramente piacevole. Splende un gradevole sole che in parte compensa il vento di maestrale che si avverte sempre più man mano che si sale. Già dopo appena un km. iniziano le prime salite con discrete pendenze. Nando mi spiega come siano presenti diverse alternative con percorsi variegati ma sicuramente quello che andiamo a fare è quello più caratteristico. Tra le diverse salite alcune sono brevi ed impervie ma più si va avanti e più si attraversano degli sterrati dove si sale parecchio e diventa quasi impossibile parlare. Ad alcune salite sono stati dati persino dei nomi che fanno riferimento agli atleti che più spesso le percorrono durante i loro allenamenti. C'è la "Rampa Fontana" (riferita a Giuseppe) così come la "Torre Cocco" (legata alla figura di Nando), la "Cima Farci" e c'è anche la "Tomba Melas". Quest'ultima salita è legata ad un fatto molto curioso. Nando e Giuseppe mi raccontano infatti che il loro amico e compagno di allenamento Franco Melas (M65, Pod. San Gavino) in una circostanza svolse talmente intensamente quella salita che poi rimase per 2 anni infortunato e fuori dal mondo della corsa. Naturalmente quella salita non poteva che prendere il suo nome.
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Nando, Antonello e Giuseppe. |
Come si sale non passa inosservata la magnifica visuale che si espande verso tutto il "
Medio Campidano". Man mano che si sale però la vista si estende anche a tutte le altre zone attorno consentendoci quasi una visibilità a 360°. Purtroppo la giornata non è molto nitida per cui si riesce a distinguere solo tutto ciò che si trova a poche decina di km. Da quel punto, veramente strategico, si sarebbe potuto vedere perfettamente il mare del "Golfo di Oristano" ma anche i monti del "Gennargentu", la città di Cagliari (nonostante ci troviamo ad oltre 60 km. di distanza) e tante cose che invece potevamo solo intuire. Sicuramente non c'e invece alcun problema per vedere le cittadine più vicine a noi. Quella più nitida e quindi più vicina è
Sardara (a cui fa capo il territorio dove si trova il Castello) distante poco più di 2 km. A sud-ovest si può vedere oltre alla cittadina di
San Gavino Monreale (distante circa 4 km.) anche i due centri di
Villacidro e
Guspini, adagiati ai piedi del complesso montano del "
Linas", mentre a nord-ovest appare la cittadina di
Pabillonis. Bellissima la vegetazione di "
Macchia mediterranea", veramente rigogliosa. Tutta la zona è coperta da questi piccoli arbusti che trovano il loro habitat naturale, riproducendosi perfettamente nel tempo, tanto da renderli quasi impenetrabili come un fitto bosco. Piante di cisto, corbezzolo, lentisco, caprifoglio e tante altre che ci permettono di sentire magnifici odori e vedere dei colori sgargianti di fiori tipici che proprio in questo periodo raggiungono il loro massimo splendore. Man mano ci si avvicinava al Castello, si possono ammirare le diverse "Torri" che fanno parte di un muro perimetrale che racchiudono il castello, mentre poco più in basso ci sono i resti del piccolo complesso urbano dove sono presenti degli scavi recenti.
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Il Castello visto da un'altra angolatura. |
Prima di arrivare alla sommità del colle, dove ormai le pareti del Castello appaiono veramente imponenti, c'è però un'altro sito che attira la nostra attenzione. Si tratta della vecchia miniera abbandonata da tanti decenni da dove si estraeva il quarzo, ferro ed altri materiali di pregio. Questo rudere di ferro arrugginito, alto diverse decine di metri, appare imponente e poderoso tanto da distogliere per qualche minuto l'attenzione dalla sommità del colle. Ormai ci troviamo a poche centinaia di metri dal Castello e le salite ormai le abbiamo lasciate alle spalle. Giuseppe e Nando mi raccontano alcuni anedotti e curiosità sulla miniera e, anzi, proprio per farmi vedere tutto il complesso in completo stato di abbandono, mi fanno fare un giro supplementare di circa 1 km., che ci permette di vedere le diverse costruzioni abbandonate legate alla vita mineraria. Davvero un "excursus" apprezzato. Tra l'altro mi fanno notare che le diverse recinzioni presenti sono state posizionate di recente, dopo che il famoso collaboratore di "Striscia la notizia", Cristian Cocco, aveva filmato e fatto vedere in trasmissione la presenza di tanti pozzi scoperti che potevano essere molto rischiosi per i visitatori del posto. Da li a poco arriviamo al fianco delle mura del Castello e finalmente posso ammirare questo magnifico rudere che dal basso appariva relativamente piccolo. Le mura sono larghe ben oltre 1 mt. e dalla parte sud dove è presente l'ingresso principale si può vedere tutto lo spazio interno ed apprezzarne la sua dimensione. Come ci portiamo nella parte a nord del Castello, per avviarci nuovamente verso la via del ritorno, un fortissimo vento di maestrale quasi non ci consente di camminare. Pian piano scendiamo verso valle. Ci sono certe discese, con pendenza ben oltre il 25 %, dove occorre prestare molta attenzione. Io preferisco camminare mentre Nando, Giuseppe e Curzio manifestano senz'altro una maggiore dimestichezza su questi terreni. Giuseppe mi fa notare come durante certi allenamenti mattutini sono spuntate delle volpi che attraversavano il percorso così come non è raro vedere dei cinghiali. Nando ci propone di fare qualche km. in più, una volta arrivati nella parte più bassa, per far "sciogliere" le gambe. In effetti una volta ritornati nella zona bassa di partenza ci indirizziamo al "piccolo trotto" verso nord, destinazione "
Santa Maria is Acquas". Si tratta di un luogo di rinomata presenza turistica dove sono presenti le famose "Acque calde" di Sardara. La località si trova a circa 1 km. dal punto in cui abbiamo la macchina per cui ci si arriva in pochi minuti. Nando ci fa da cicerone all'interno della struttura mentre Giuseppe ci racconta che in una circostanza riuscì ad entrare in uno dei caseggiati antichi e chiuso al pubblico; all'interno sono presenti una serie di "vasche" di immersione rimaste ancora intatte dopo tanti secoli di storia. Mentre rientriamo verso il punto di partenza, Giuseppe intravede un gruppo di almeno 4 o 5 cinghiali in un piccolo spiazzo, molto vicino a dove poco prima eravamo passati, scendendo dal Castello, e ce le fa notare. Si vede che sono molto tranquilli e a loro agio; d'altronde chi non lo sarebbe in un posto così meraviglioso.
Per vedere il percorso sul Garmin clicca
qui.
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