L’adrenalina è a mille, Piazza Venceslao è gremita, in ogni angolo, di atleti di ogni paese, di ogni colore che scalpitano e fremono in attesa del via per poter scatenare tutto l’entusiasmo e dimostrare a loro stessi di cosa sono capaci.
Tullio Frau (a destra) nella Maratona di Praga. |
Amedeo è il primo
staffettista che prende il cordino per percorrere con me i primi 10 km. Non ho
mai corso con lui, ma subito tra noi si instaura una intesa quasi perfetta. Non
è facile districarsi tra migliaia di atleti che ti sfilano da tutti i lati,
gente che si ferma o che rallenta, binari del tram e pavimentazione lastricata,
ma, nonostante tutto, il nostro passo presto diventa costante. Ragazzi, la maratona va presa con calma! La
vera gara incomincia al trentesimo km, se ti sai gestire arrivi integro,
altrimenti paghi. se vuoi arrivare sano
devi rallentare, e via via i km passano senza difficoltà. Ai bordi delle strade gruppi musicali ci
accompagnano con la loro colonna sonora, gruppi familiari alle finestre ci salutano al
passaggio, gli atleti che riconoscono la funzione del cordino si complimentano
con noi, in ogni lingua. Tra me e me penso: se avessi almeno studiato l’inglese!
Che testone che sei, caro Tullio! E così pensando continuo la mia corsa
costante. La voce di Amedeo è tranquilla, serena, le sue indicazioni sono
perfette, lui di tanto in tanto lancia esclamazioni di gioia che il pubblico
raccoglie e restituisce con entusiasmo. E’ una festa continua, come si fa a non
correre felici in un contesto simile? “E’ splendido!”, continua a ripetere
Amedeo. Un dolce venticello di tanto in tanto ci accarezza il volto ormai
inondato di sudore, sembra la mano di un angelo che ci accarezza e ci incita ad
andare avanti nella nostra impresa. nel
frattempo Claudio sta dietro di noi per arginare la foga di alcuni atleti,
Nicola invece ci sta di fianco o davanti per farci strada tra la folla e in 4
andiamo avanti come una squadra perfettamente affiatata fino al decimo km, dove
c’è il passaggio del testimone. Ora prende in mano il cordino Claudio. La
nostra andatura non è veloce, io cerco di mantenere un ritmo molto blando: la
preparazione scarsa e un brutto infortunio mi danno qualche preoccupazione, ma
la voglia di terminare la corsa è tanta che penso solo ad andare avanti
tranquillo.
La musica non
cambia, anche Claudio come Amedeo è ottimo, pur non avendo mai corso insieme a
me ci si intende perfettamente. Lui però è molto più loquace, se potesse mi
direbbe anche di star attento ai granelli di polvere, ma va benissimo così, le
indicazioni non sono mai troppe, e avanti che si corre! Il sole ci illumina e
ci scalda generosamente, ogni tanto qualche nuvoletta ci rinfresca, la gente è
sempre festosa ai bordi delle strade, tutti battono le mani, cantano e gridano
di gioia al nostro passaggio, una vera festa. “Nicola, vieni da questa parte,
prendi tu il cordino per un po’, non vorrai mica venire a Praga e non correre
un po con me?” “Ne sono orgoglioso!”, dice lui, e così percorriamo insieme
qualche centinaio di metri e più. Anche con Nicola ci si intende alla grande,
tutto fila liscio fino al 20° km, dove il testimone passa al terzo staffettista
che è Gigi.
Se con Amedeo e
Claudio non ho avuto problemi, con Gigi è stato tutto molto più semplice:
l’affiatamento maturato negli anni ci consente di correre ormai quasi senza che
lui mi dica nulla tranne che descrivermi non solo il paesaggio e le curve, non
della strada, ma delle podiste che ci precedono. Questo a dire il vero lo hanno
fatto anche i precedenti, che, spinti ora dall'adrenalina, avevano deciso non
di fermarsi ma di proseguire ad oltranza. Quindi ora eravamo in 4: Nicola,
vittima della scarsa preparazione ormai si era fermato al km 13. Bravissimo
Nicola, veramente ammirevole: con pochissima preparazione ha tenuto duro per
stare con gli amici. Il percorso non è dei più agevoli, tantissimi binari
insidiosi, lastricato e sanpietrini in agguato, salite e discese con tantissimi
cambi di direzione, ma, nonostante tutto, i km scorrevano sotto i nostri piedi. Amedeo
di tanto in tanto scattava in avanti, rubava il microfono a qualche banda
musicale per poter incitare il pubblico urlando il mio nome, era una festa incredibile.
Gigi invece con un fischietto cercava anche lui di attirare la folla, che
rispondeva applaudendo e sorridendo. Giunti al 30° km il testimone passa nelle
mani di Daniele, il quale era già con noi dal 20 km insieme a Gigi. Anche
con lui non ho mai corso. Per chi non lo conosce, Daniele è un non udente,
forse questo particolare potrà far sorridere: un sordo che accompagna un cieco!
Sì, e dicendola tutta, con lui mi sono trovato ancor meglio che con gli altri.
E’ un ragazzo meraviglioso, poche indicazioni ma precise, un atleta dalle doti
rare, le sue maratone le corre tutte tra le 3 ore e le 3 ore e 30, si è
adattato con umiltà alla mia lenta velocità e non si è mai lamentato, anzi,
quando Amedeo dava i primi segni di cedimento lui ha detto: “Siamo partiti
insieme e lo aspettiamo, dobbiamo arrivare insieme”. In questo caso, il gruppo
di amici che mi ha accompagnato, l’atmosfera meravigliosa di un popolo bello e
speciale come il pubblico di Praga, hanno fatto di questa maratona una gara
veramente speciale. e così, km dopo km,
tra una corsetta e un breve tratto di camminata, dopo 5 ore abbiamo tagliato il
traguardo con Amedeo alla mia sinistra, Daniele e Gigi alla mia destra, tutti
per mano con le braccia al cielo. Ho sempre affermato che non è importante il
tempo con cui si termina una maratona, ma è importantissimo portarla a termine,
anche soffrendo. Sì, soffrendo, specialmente quando si è consci di non avere la
preparazione adeguata, ma Claudio ha preferito arrivare da solo prima di noi
perdendo così la gioia e il sapore dolcissimo di un arrivo in parata di 4 amici
che hanno condiviso una giornata di sport speciale, dimostrando, ove ce ne
fosse bisogno, che disabilità e sport possono essere coniugati allo stesso
modo senza problemi. Il pubblico festante ci ha accolto con gioia,
l’altoparlante ripete i nostri nomi. E’ un vero successo, non importa il tempo
che si impiega a terminare una maratona, l’importante è terminarla, avere il
coraggio di partire e la tenacia di arrivare, in qualsiasi condizione, soffrire
per poi godere e perché no, piangere di gioia come un bambino che apre i
regali. Grazie amici miei, Grazie ad Amedeo artefice della spedizione, Grazie a
Daniele, Grazie a Gigi, Grazie a Claudio e un Grazie a Nicola, tullio frau
PS. A parte qualche correzione "banale" ho voluto lasciare lo scritto come me lo ha fornito Tullio. Credo che leggerlo così, rafforzi ancora di più la sua testimonianza. Grazie Tullio.
PS. A parte qualche correzione "banale" ho voluto lasciare lo scritto come me lo ha fornito Tullio. Credo che leggerlo così, rafforzi ancora di più la sua testimonianza. Grazie Tullio.
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