Oscar De Pellegrin. |
Sei mesi dopo cominciava la sua nuova vita, da sportivo. Dal 1992 a oggi, Oscar ha partecipato a 6 Paralimpiadi, conquistando ori individuali e a squadre, in due diverse specialità: il tiro a segno e il tiro con l’arco. A Londra è stato il portabandiera dell’Italia, così come nella sua Belluno, nella cerimonia di apertura del Campionato nazionale Csi di atletica, e ha partecipato, poi, con il racconto della sua esperienza, alla serata associativa. Nell’anno in cui il Csi, ribadendo l’impegno concreto per i disabili, ha firmato una convenzione con la Fisdir, la Federazione paralimpica che si occupa di disabilità intellettiva e relazionale. A Belluno, Andrea Poiatti, della Polisportiva disabili Valcamonica, con la misura di 160 cm nel salto il alto, ha firmato il nuovo record nazionale Fisdir. Ma per uno sportivo come De Pellegrin come è stato l’incontro con il Csi? «Non lo conoscevo direttamente – afferma il campione paralimpico –: è stata una manifestazione che veramente merita. Nel Csi c’è sensibilità verso i disabili, il concetto dello sport per tutti non è solo un’enunciazione, ma c’è la capacità di fare sport insieme». Lo sport che cosa ha significato nella sua vita? «Dopo l’incidente, è stato il modo per riaccettarmi e per esprimermi. Direi che mi sono riappropriato della mia vita. Ed ho capito molte cose. Ad esempio che la disabilità tocca gli occhi, tendendo ad escludere ciò che si vede diverso, mentre uno andrebbe valutato per le sue abilità e le qualità in base alle risorse. Così si supera il concetto di disabilità: lo sport è un mezzo eccezionale per farlo. Prendiamo le Paralimpiadi: negli anni è cresciuta la convinzione che siamo atleti come tutti gli altri. Ora, come dicevo, sarebbe bello che non ci fossero due cerimonie d’apertura, ma una sola». Lei fa molto per i disabili nello sport. «Ho capito che quando capita un incidente come il mio, o ti accetti e vai avanti o ti compiangi e ti perdi. Anche per rilanciare questi concetti, lavoro molto nelle scuole. È un mio dovere dare una mano». E suo figlio Marcel? «Ho avuto difficoltà nell’ottenere l’adozione. È nato con un leggero handicap psicomotorio. Ma, ora, anche grazie allo sport, sta migliorando. A Belluno ha vinto 2 medaglie».
Testo inviatomi da Andrea Ferrero.
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