Il fabbisogno di micronutrienti (vitamine e oligoelementi) per il nostro organismo è molto basso, nell’ordine di pochi milligrammi, ma essi sono di importanza vitale poiché agiscono da catalizzatori e bioregolatori di tutti i processi metabolici e fisiologici.
Oggi gli alimenti presentano purtroppo quantità scarse o minime di questi nutrienti a causa sia del cattivo sfruttamento agricolo dei terreni, sia anche per le piogge acide e l’estrema raffinazione e i trattamenti a cui sono sottoposti molti prodotti dell’industria alimentare.
Uno studio realizzato da Donald Davis, un biochimico dell’università del Texas ad Austin, rivela che le principali sostanze nutritive contenute nei cibi che quotidianamente assumiamo, sono notevolmente diminuite negli ultimi anni. E’ stato calcolato un calo del 40% rispetto solo ad un paio di decenni or sono ma se andiamo ancora più indietro e facciamo un confronto con quello che mangiavano i nostri genitori o nonni possiamo parlare di un vero e proprio crollo dei nutrienti che per alcuni supera anche il 70%.
Secondo Davis tra le cause principali di questo trend negativo vi sono le tecniche competitive usate dalle aziende agricole che, spinte sia dalle politiche economiche dei governi, sia dagli interessi delle multinazionali, sono costrette a maggiorare la produzione, usando sistemi che fanno incrementare e maturare i raccolti assai più velocemente. Sistemi che purtroppo si sono rivelati disastrosi. Infatti, come puntualizza il ricercatore, frutta e verdura forzate a crescere in maniera artificiale non hanno il tempo di sviluppare le naturali proprietà nutrizionali, come avviene in una crescita normale.
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