Biscotti, plum cake, hamburger e tortellini contaminati da particelle di metalli pesanti. L'allarme con le marche "assolutamente da evitare" è tornato a circolare sui social network a distanza di anni, nonostante fosse già stato ridimensionato. Si tratta di un'altra bufala che, ciclicamente, fa leva sulle paure dei consumatori.
Quanto c'è di vero di tutto questo allarmismo?
I metalli pesanti vengono ricercati negli alimenti, perché sono un indicatore della contaminazione ambientale. Ma, data la loro presenza nell'ambiente, la loro presenza negli alimenti - entro certi limiti - è da considerarsi accettabile. Infatti, per alcuni metalli come il cadmio, il piombo e il mercurio, esistono limiti massimi di contaminazione previsti dalla legge. In queste condizioni, perciò, non c'è motivo di temere per la propria salute. Rimane il fatto che non è un problema da sottovalutare soprattutto per i bambini, dal momento che, dato il loro peso più basso, è più facile superare la soglia massima tollerabile.
Li cerchiamo anche noi
Dal canto nostro, effettuiamo spesso la ricerca di metalli pesanti nelle nostre inchieste sui prodotti alimentari ma, nella maggior parte dei casi, non abbiamo rilevato il superamento delle soglie previste dalla legge. Lo scorso anno siamo andati alla ricerca di arsenico nei prodotti ittici e nei prodotti a base di riso. L'abbiamo fatto in quanto la legge non prevede limiti massimi per la contaminazione da arsenico, anche se l'Europa sta lavorando per stabilire questi valori.
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