sabato 4 agosto 2018

Antibiotici: quando si, quando no. Tratto da "Staibene".

Gli antibiotici sono spesso la prima soluzione che viene in mente per risolvere una normale influenza, un ascesso o perfino un banale mal di gola. Troppo spesso: secondo la Società europea di terapia intensiva, gli italiani ricorrono agli antibiotici per fronteggiare una normale influenza in un caso su due. E ancora: L’Italia è il paese europeo con il più alto consumo di antibiotici. E secondo i dati del rapporto Osmed 2010 curato dall’Istituto Superiore di Sanità, gli antibiotici sono tra i farmaci più usati dagli italiani: 8 bambini su 10 ricevono nel corso dell´anno almeno una prescrizione di antibiotici.

Quando vanno presi e quando no
Ma gli antibiotici sono davvero e sempre la soluzione giusta? La risposta è una: no. Vanno assunti solo se si sospetta che la malattia abbia un’origine batterica. Nel caso dell’influenza, al contrario, la causa è virale e quindi l’assunzione di antibiotici non solo è inefficace, ma è addirittura dannosa. Nella maggior parte dei casi, infatti, basta restare a casa, prendere medicine specifiche contro i sintomi e lasciare che la malattia faccia il suo decorso naturale.
I tempi di guarigione sono più o meno gli stessi, e si evitano i cosiddetti effetti collaterali: allergie, disturbi intestinali e problemi al fegato sono le conseguenze più diffuse di un ricorso troppo disinvolto agli antibiotici

L´antibiotico resistenza
Ma esiste anche un altro rischio, quello di sviluppare una resistenza agli antibiotici. Si tratta di un problema legato alla capacità dei batteri di evolvere in continuazione. Ogni mutazione, infatti, li rende più forti perché dopo una “battaglia” con un antibiotico imparano a difendersi dagli attacchi. Occorre quindi inventarne sempre di nuovi che seguano l’evoluzione dei germi. Assumendo una quantità eccessiva di antibiotici si finisce per favorire la mutazione dei batteri. Come spiega la dottoressa Giusi Ferraro, direttrice della farmacia ospedaliera dell’Azienda ospedaliera Pia Fondazione di Culto e Religione Cardinale Panico di Tricase, "iI consumo inappropriato ed eccessivo degli antibiotici porta allo sviluppo dell’antibioticoresistenza, ossia la capacità di un microrganismo di resistere all´azione di uno o più antibiotici che conseguentemente diventano, nei suoi confronti, inefficaci. L’antibioticoresistenza è un problema che coinvolge la comunità e le strutture sanitarie, ma in ospedale la possibilità di trasmissione è amplificata".

Ma eliminarli è un errore
Attenzione, però, a non criminalizzarli: gli antibiotici restano uno strumento di cura molto importante e spesso imprescindibile.
Tutto sta a seguire con precisione le indicazioni del medico. Soltanto a lui compete stabilire se è il caso di iniziare un ciclo di antibiotici, quali utilizzare, con quali dosaggi e per quanto tempo. Il peggior comportamento da tenere è fare di testa propria: da soli non si è in grado di determinare né che tipo di battere sia la causa della malattia né quale zona del corpo sia stata colpita. Non esistono antibiotici in grado di risolvere ogni problema, ne occorrono di specialistici che solo il medico è in grado di scegliere.

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