La longevità di un individuo dipende dal suo patrimonio genetico, in una percentuale che si aggira attorno al 35% e dall’ambiente (65%). Se i fattori ambientali sono ben individuabili con una buona anamnesi e con i normali esami clinici, i fattori genetici possono invece essere individuati solo attraverso analisi specialistiche di recente formulazione, strumenti assai preziosi non solo per la possibilità di scoprire (e quindi prevenire) l’insorgenza di malattie ereditarie ma anche per prevenire le malattie più ricorrenti legate all’invecchiamento.
La decodificazione del DNA è stata una delle scoperte scientifiche più importanti del XX secolo, aprendo nuove strade nella ricerca medica, anche preventiva. Nelle piccole differenze insite tra un codice genetico e l’altro ci possono infatti essere elementi favorevoli così come sfavorevoli, e nell’insieme essi consentono di effettuare previsioni sulla suscettibilità a sviluppare o no alcune patologie. Quella che viene chiamata “Medicina predittiva” consente oggi di cercare negli individui, anche sani, la fragilità o il difetto che conferiscono loro una certa predisposizione a sviluppare una malattia. Conseguentemente, la medicina predittiva è probabilistica e individuale e come tale consente la massima personalizzazione degli interventi.
Post tratto dalla pagina di fb "Bioaseis Lab Genetica Medica".
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