Foto di gruppo prima della partenza. |
Ormai è diventata quasi
una consuetudine. Già da oltre un mese, tutti i mercoledì, si corre a Cagliari
la "Urbantrail". Si tratta di un giro in città, dove partecipano tante persone riunite
dal semplice “passaparola”, con un tragitto che cambia tutte le volte. Organizzatore dell’evento è il cagliaritano Francesco
Puddu, 39 anni appena compiuti, amante delle gare di lunga distanza. Francesco
è arrivato secondo assoluto alla “Sardinia Trail 2014” (dal 9 all’11 maggio), gara
di 100 km. in tre giorni tra i monti dell’Ogliastra e, qualche settimana dopo,
ha chiuso tra i primi 100 la famosa gara di 100 km. del “Passatore” ( 24-05-14).
Francesco Puddu. |
Il ritrovo è per le 20,15
nel parcheggio antistante il Campo Coni ma la giornata non prevede niente di
buono. Ampie nuvole scure ed un vento di
maestrale, apparentemente minacciano la riuscita della manifestazione. Ma lo
spirito dei partecipanti non sembra turbato dal tempo, anzi il clima che si
respira è veramente di euforia. Sembrano tutti contagiati da un qualcosa che
suscita positività. Tantissime facce sorridenti e adrenalina a gogò. Pochissimi conoscono quale sarà il giro della
giornata e Francesco sembra voglia tenere tutti quanti sulle spine. Le mie
conoscenze in ambienti vicini a Francesco, nella fattispecie mi riferisco alla
figura di Mino, amico e collega di vecchia data (che ha già sondato tutto il
tragitto), mi permettono di capire che in questa circostanza si punta verso il
faro di Sant’Elia per arrivare sino al “Fortino di Sant’Ignazio”, situato a
quasi 100 mt. sul livello del mare. Non c’è che dire, anche stavolta Francesco
vuole far vivere a tutti un qualcosa di molto affascinante seppure faticoso.
Alle
20,25, dopo le varie foto di rito, tutti si preparano alla partenza. Non c’è
bisogno di attendere alle 20,30 tanto ci sono tutti quanti. Mentre un gruppetto
cospicuo di atleti si porta in posizione di partenza verso il Viale Diaz,
inaspettatamente Francesco chiama tutti all’attenzione, tramite un fischietto, e
ci indirizza verso la parte opposta. Direzione Stadio Sant’Elia. Non è semplice
tenere a bada un gruppo di quasi 100 persone dove ben pochi conoscono il
percorso. Però tutto è studiato da Francesco nei minimi particolari. Persone
come Stefano Gervasoni, Beniamino e altri due o tre, nonostante corrano
affiancati al gruppo, sono disposti in dei punti strategici per cui sanno come
indirizzare tutti quanti.
Costeggiamo lo Stadio
Sant’Elia e ci portiamo sul lato mare dove sono in atto dei lavori di
ristrutturazione . Siamo costretti a salire sul muretto che delimita la
spiaggia per cui dobbiamo andare in fila indiana per un breve tratto.
Attraversiamo tutto il lungo mare che ci porta verso il quartiere di Sant’Elia
e lo spettacolo del mare con lo sfondo del tramonto è spettacolare. Tantissime
facce sorridenti e piccoli gruppi che chiacchierano durante la corsa come
avviene tra amici durante gli allenamenti in fase di riscaldamento. L’andatura
in effetti non è molto sostenuta anche se la fila ormai è già “sgranata”. Nella
prima fase della salita c’è l’amico Torre Orrù che riprende con il video tutti
quanti e sarà proprio lui a fare la conta dei partecipanti, ben 88, quasi equamente
distribuiti tra maschi e femmine. Rispetto
alla prima uscita del gruppo, appena 14 partecipanti, si è raggiunto in questa
circostanza il numero più alto di convenuti. La salita verso il faro è stretta
e dura.
Quasi tutti la affrontano di corsa ma in certi punti occorre ridurre il
passo ed affrontarla anche camminando. In effetti si passa dal livello del mare
a quasi 100 mt. in circa 1 km. Man mano che si sale lo spettacolo è sempre più
affascinante. Si domina la parte del centro storico di Cagliari con le luci che
ormai illuminano la città. Sono quasi le 21 per cui la luminosità non è delle
migliori. Finalmente il Fortino di Sant’Ignazio (km. 4,5). Si attende l’arrivo
di tutti quanti per poi riprendere l’avventura.
Nel mio caso non ero mai stato in questo posto per cui sono rimasto
molto soddisfatto di esserci capitato in una circostanza come questa. La
discesa che ci indirizza verso la città non è agevole e le pendenze in certi
casi sono ragguardevoli. Si passa dalla zona di “Calamosca”.
Agnese Casu. |
Ormai siamo arrivati quasi alla fine. C’è la discesa di Viale Europa da fare e circa un km. di strade cittadine per raggiungere l’agognato arrivo. Sono ormai le 22 e dopo circa 1:30’ ormai è finita la nostra avventura. La maggior parte dei Garmin segna 13,5 km. per cui l’andatura, alla fin fine non è stata così intensa. Sicuramente sono state molto intense alcune salite che ci permetteranno di ricordare meglio questo “trail notturno”.
Ma non è ancora finita
qui. Non vorrei essermi sbagliato e aver frainteso il perché di tanta euforia
da parte di tutti questi atleti. Anziché vedere facce stanche e gente seduta
per recuperare energie profuse, mi trovo di fronte ad un fitto movimento di
persone che invece ha già pianificato tutto quanto sino alla fine.
Pardulas. |
Cosa ci sarà di così tanto affannarsi dopo
così tanta fatica? Ecco l’arrivo dell’amico Abel Geremias tutto sorridente e
festante nonostante il suo braccio rotto e ingessato. La sua presenza non è
casuale. Dopo averlo salutato, scambiando qualche battuta, lo sento che dà
disposizioni ben precise a Teo Mura e altri amici per il recupero dei tavoli da
utilizzare per il rinfresco. Poco dopo vedo sbucare dalla stradina laterale al Campo
due grossi tavoli che in brevissimo tempo saranno copiosamente riempiti di
torte di vario tipo (dolci e salate), crostate varie, “stecche” di torroni di
Tonara, pardule, bevande di qualsiasi genere, un bel po’ di angurie, macedonie,
ecc. Si tratta proprio della ciliegina sulla torta.
Non basta. A pochi metri da
questa doppia tavolata sta organizzando un tavolo “portatile” Sergio dove poi
saranno posati sopra tanti prodotti fatti in casa e tra l’altro anche una forma
di “casu marzu” (fomaggio con i vermi). Non c’è che dire, proprio una serata
con i fiocchi. Per fortuna il tempo ci ha assistiti e si è limitato a forti
folate di vento che abbiamo avvertito soprattutto quando ci siamo fermati al “fortino”
ma poi si sono diradate sino a scemare quasi totalmente. La temperatura
abbastanza mite e asciutta, poi, ci ha aiutato a sopportare meglio le
difficoltà dell’evento. Sono le 23 ed è
ora della “ritirata”. Si riportano via i tavoli ed è l’ora dei saluti.
Pian
piano tutti quanti si indirizzano verso le
proprie macchine con l’umore di chi per un giorno ha goduto del fatto di non
aver battuto nessuno e di non essere stato battuto. L’auspicio per la prossima
uscita, mercoledì prossimo, è quello di superare la quota dei 100 partecipanti.
Chissà.
Monica Cardia e Alexandra Piras. |
Per vedere il video (2'28") di Tore Orrù clicca qui;
Per vedere il video (58") di Roberto Angelo Abis clicca qui;
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