Partenza gara da Museddu. |
Il mio viaggio da Cagliari l’ho fatto con i coniugi Murru,
Giorgio e Rita, per cui siamo arrivati direttamente alla spiaggia di Museddu
(comune di Cardedu) intorno alle 8 del mattino, dopo circa 1:30 di viaggio. Da
Museddu è prevista la partenza della gara, alle 09,30, con arrivo nella
spiaggia di Orrì, dopo 21 km. di corsa. Il bello di questa gara è dato dal
fatto che si farà un giro unico e che si parte da una bellissima spiaggia per
poi passare vicino ad altre interessanti località marine da cui poi partiranno
anche altre due gare, quella di 10 km. e quella di 5 km.
Da ciò che è trapelato
sul percorso ho capito che non è molto semplice e che sono previste delle
salite abbastanza intense nel tragitto tra Barisardo e Torre di Barì ma per il
resto sono del tutto all’oscuro. Siccome non conosco, tra l’altro, il percorso
che faremmo, e altre volte sono andato alla Torre di Barì o al mare di Cea da
altre strade, tra l’altro quasi del tutto pianeggianti, l’idea che mi sono
fatto, della difficoltà di questa gara, non è così preoccupante.
Poco prima delle ore 9 inizio a riscaldarmi in modo blando.
Ho appena preso il mio integratore preferito per prima delle gare, si tratta di
Hydrate, della linea H24, diluito in 500 ml. di acqua. Conosco benissimo il
rettilineo di Museddu in quanto ci corro da almeno 30 anni, ma la mia
esperienza sul territorio locale, per quanto riguarda gli allenamenti, si
indirizza verso la parte a sud di Museddu, ossia verso le località di “Su
Sirboni” o addirittura “Coccorrocci”. Noi invece ci dovremmo indirizzare verso
nord per cui per me, così come per tantissimi altri corridori, sarà la prima
esperienza agonistica.
Partecipano alla gara della Mezza anche degli amici che non
vedevo da tempo come Luigi e Giovanni degli “Amatori Nuoro”, Andrea della
“Atletica San Teodoro”, Fulvio della “Cagliari Marathon”, Antonio della
“Atletica Ogliastra” e tanti altri con la quale ne approfitto per salutare e
scambiare qualche parola. Preferisco non forzare tanto nel riscaldamento dato
che la gara non è così semplice e dovrò capitalizzare tutte le energie
possibili. Per fortuna ci troviamo all’ombra e la temperatura, seppure il sole
è già intenso, è accettabile. Andrea Culeddu, organizzatore tecnico della
manifestazione, ci ricorda che alle 09,30 ci sarà la partenza. Qualche allungo
in compagnia di Rodolfo Marroccu, mio compagno di squadra, per poi avvicinarmi
alla linea della partenza. Sarà il sindaco di Cardedu a dare il via con il
classico sparo di pistola.
Finalmente la partenza.
Non sono particolarmente riscaldato, come invece mi capita per le gare più
corte, però cerco di tenere una buona posizione rispetto al resto del gruppo.
Siamo poco più di un centinaio e gli atleti più forti si conoscono già prima
della partenza. Sicuramente l’atleta più in forma è Massimo Nocco (M40, Zitto e
Corri Carbonia) ma ci sono anche altri atleti che possono fare bella figura.
Tra questi Alessandro Mameli (M40, Psv Esterzili), Vladimir Ladu (M35, Amatori
Nuoro) ma anche l’esperto Gianfranco Cancedda (M45, Amsicora Cagliari).
Il primo km. lo si affronta in parte nel rettilineo del lungomare (circa 600 mt.) e in parte al fianco di un canalone su una strada stretta. Ritmo gara 4’07”. Al mio fianco, sin dall’avvio, è presente Fulvio Marra (M40, Cagliari Marathon Club) ma sento anche i passi di un’atleta che ci sta quasi attaccato, appena un metro dietro di noi. All’inizio non ci faccio molto caso e mi concentro sul gesto della corsa, però poi, a metà del 2° km. decido di vedere di chi si tratta. Con massima sorpresa mi rendo conto che l’atleta che ci segue come un’ombra è il mio compagno di squadra Luca Maini (M35, Futura Cagliari) e con altrettanto stupore lo vedo che si affianca a noi proprio quando, ormai rotto il fiato, ho leggermente incrementato l’andatura. Dopo aver deviato a destra per indirizzarci verso Barisardo, mi “distendo” un po’, cercando di ottimizzare meglio il passo. Ciò ha sicuramente messo in difficoltà l’amico Luca, che nel giro di qualche minuto rimane gradualmente sempre più indietro, ma non certo Fulvio. Guardo il crono del 2° km., 3’52”. Accidenti, troppo forte, ecco perché Luca ormai non lo sento più mentre mi sono avvicinato al gruppetto che mi precede.
Nel frattempo mi supera Luca Pirosu (M30, Zitto e Corri Carbonia) e sino alla fine della gara resterà sempre davanti a me. Guardo un po’ in avanti, per capire in che posizione mi trovo, giusto per vedere come procedono nelle prime posizioni. Massimo Nocco conduce tranquillamente su Alessandro Mameli mentre un bel po’ staccati ci sono Antonio Foddi (M45, Atletica Ogliastra) e Giovanni Goseli (M45, Amatori Nuoro). Sin dall’inizio Massimo ha impostato un ritmo intorno a 3’50” per cui ha preso decisamente le redini della corsa mentre Alessandro sicuramente non è al massimo della forma atletica e procede con un ritmo più tranquillo. Un fattore che accomuna i due atleti appena nominati è che sono entrambi parrucchieri e, manco a dirlo, sono entrambi completamente “pelati”.
Poco davanti a me, a circa 30 mt., mi trovo un gruppetto di 4 atleti che ha impostato il proprio ritmo intorno a 4’ a km. Al 3° km. il mio crono dice 4’04”, e la strada ormai è tutta pianeggiante e ben chiusa al traffico. Al mio fianco sinistro sono sempre “francobollato” da Fulvio mentre il gruppetto di poco davanti a noi è costituito da Vladimir Ladu, Davide Ecca (M45, Libero), Francesco Codonesu (M35, Atletica Selargius) e un altro atleta che indossa una maglia grigia ma che non sono riuscito ad individuare di chi si trattasse. Proprio questo atleta ha condotto una gara perfetta e sempre costantemente davanti a me (per sapere quale sia stato il suo epilogo finale dovete attendere sino alle ultime righe del racconto), ma non essendo arrivato a termine non ho potuto individuare il suo nome.
Nel rettilineo che ci conduce verso Barisardo ne approfitto per transitare costantemente nel bordo strada dove è presente una carreggiabile omogenea e facilmente calpestabile. Il 4° e 5° km. sono abbastanza tranquilli e la velocità è sempre costante (4’04” e 4’03”).
Tra il 6° km. ed il 7° km. si verificano due avvicendamenti di cui rimango leggermente sorpreso. Il primo riguarda la figura di Giovanni Goseli. L’atleta nuorese rallenta gradualmente. E’ evidente che si trova in difficoltà. Pian piano mi avvicino a lui sino a raggiungerlo. Rallento anche io per un attimo per sentire cosa succede e lui mi fa capire che oggi non è in buone condizioni. Riprendo quindi con il mio ritmo e vado avanti. L’altra sorpresa è data da un atleta che gradualmente arriva alle mie spalle e mi supera. Si tratta di Gianfranco Cancedda. Atleta molto esperto anche se da molto tempo non lo vedevo in gara. Giovanni e Gianfranco hanno avuto sino a quel punto due situazioni agonistiche molto diverse; partenza veloce ma con grossa difficoltà (dal 5° km. in poi) per Giovanni mentre Gianfranco è partito cauto per poi gradualmente intensificare l’andatura e recuperando così tante posizioni, compreso la mia. Il crono per il 6° e il 7° mi da 4’06” e 4’02”.
Nel 7° km. ormai siamo alle porte del paese di Barisardo. Poco prima del campo sportivo si devia a destra lasciando così la strada larga. La nuova carreggiata ci indirizza verso la campagna e, pur essendo sempre asfaltata, è molto più stretta. Mentre nel lungo rettilineo verso Barisardo ci si dirigeva verso nord, adesso, con la virata a destra, ci indirizziamo verso est. In questa fase perdo la compagnia di Fulvio in quanto riesco a mantenere un buon ritmo forse proprio in attesa che inizino le salite. Ed eccole finalmente.
Per fortuna si parte già da un punto non in linea con il mare. Infatti dal punto della partenza sino ad arrivare al punto poco prima delle salite ci troviamo a circa 20 mt. sul livello del mare. La prima rampa di salita non è così dura. Riesco a mantenere un buon ritmo gara e a non staccarmi dal gruppetto sempre vicino che già da prima mi precedeva. Gli unici atleti che ormai hanno preso un buon vantaggio sono Luca Pirosu e Gianfranco Cancedda che si sono avvicinati ad Alessandro Mameli e Antonio Foddi, mentre Massimo Nocco ormai fa gara a se. Il tragitto dove sono racchiuse le salite è lungo circa 2 km. L’8° km. mi segna un crono di 4’16”, ciò vuol dire che non ho perso tantissimo. Le pendenze non sono dure. Si tratta di una pendenza continua intorno al 5 o 6 % per circa 600 mt. Poi si perde nuovamente un po’ di quota per circa 300 mt. e la si riguadagna nuovamente portandoci nel punto più alto che si trova intorno a 70 mt.
Al 9° km. devo registrare un 4’22” di crono che la dice tutta sulla difficoltà della seconda salita dove abbiamo raggiunto il punto più alto. Ottima naturalmente le visuale verso il mare e suggestiva tutta la vegetazione che in questi punti è molto rigogliosa. Finalmente la discesa. Questa è decisamente più costante e lunga rispetto alla salita dato che ci indirizza ormai verso il punto dove rasenteremmo il livello del mare.
Il 10° km. risulterà il più performante di tutta la Mezza, 3’50”. Riesco persino a superare, in alcuni punti, alcuni avversari che mi trovavo costantemente davanti come Vladimir Ladu e Francesco Codonesu. Naturalmente appena terminata la “sbornia” della discesa sono stato nuovamente “risucchiato” dagli stessi atleti. Nel punto in cui si precede l’arrivo in località “Torre di Barì” occorre fare un tragitto cosiddetto “a bastoncino” dove per circa 500 mt. è possibile vedere gli atleti rivali che mi precedono e quelli che sono dietro di me. Proprio all’inizio di questo tragitto incrocio Massimo Nocco che ormai ha circa 1 km. di vantaggio su di me. A occhio e croce si tratta di circa 2’ di vantaggio. Il distacco tra Massimo rispetto ad Alessandro Mameli è molto ampio, tra l’altro ormai tra Alessandro e gli altri atleti come Davide Ecca, Gianfranco Cancedda e Luca Pirosu non c’è tanta differenza.
Transitando nel rettilineo che porta a “Torre di Barì” incrocio i tantissimi atleti che dovranno affrontare la gara di 10 km. mentre effettuano il riscaldamento. La loro partenza è prevista intorno alle 10,30. Breve occhiata alla bellissima Torre posizionata su una piccola insenatura e via con la ripartenza dopo il giro di boa. L’incitamento dei tantissimi amici, soprattutto atlete, posizionate lungo il percorso, mi procura una maggiore carica di adrenalina. Nella parte terminale del “bastoncino” incrocio tanti amici che si trovano decisamente indietro rispetto alla mia posizione. Si tratta di Luigi Stefanopoli (M45, Amatori Nuoro), Giovanni Goseli, che procede “a rimorchio” di Luigi, Alessandro Cacciotto (M30, Amatori Nuoro), Teodoro Mura (M45, Artzia Uisp), che il giorno precedente ha fatto più di 50 km. tra allenamento mattutino (42 km.) e gara notturna (Urban Trail di Cagliari) e altri amici vari, tra cui anche Rodolfo Marroccu (M60, Futura Cagliari).
All' 11° km. riscontro un crono di 3’59” dovuto al vantaggio di correre quasi tutto in piano nel cosidetto “bastoncino. La prosecuzione del rettilineo, che riporta al paese di Barisardo, seppure nella fase iniziale si presenta come un leggero falsopiano, poi va sempre di più a crescere, in termini di pendenza, sino a diventare abbastanza difficoltosa. Infatti il 12° km. registra un “misero” 4’20”.
Il 13° km. è quello che precede la salita più difficile della gara. Abbiamo abbandonato ormai la strada che conduceva a Barisardo per indirizzarci (a destra) verso una zona dove davanti a noi si presenta un grosso promontorio. Non ci sono dubbi sul fatto che ci aspetta un qualcosa di molto duro. Costeggiamo un torrente d’acqua per qualche centinaio di metri e la discesa ci permette di rigenerarci. Ormai ci troviamo nuovamente ad un livello sul mare di poco superiore a 10 mt. Il 13° km. registra un crono di 4’12”.
Ed ecco finalmente il punto più difficile della gara. La salita più lunga e ripida fra tutte. Nel giro di neanche un km. dobbiamo salire di oltre 60 mt. affrontando anche pendenze di oltre il 10 %. Sono da solo e non vedo altri atleti ne davanti ne di dietro. La cosa più bella è data dal fitto bosco che ci offre tante zone d’ombra ma la salita non fa sconti. Decido di camminare per una decina di metri per recuperare il fiato. Mi guardo di dietro ma non arriva nessuno. Evidentemente il vantaggio nei confronti dell’amico Fulvio è molto consistente. Guardo verso l’alto e riesco a vedere nel punto più alto (75 mt. s.l.m.) la piccola sagoma di Massimo Nocco. Beato lui, ormai sta’ sicuramente per “scollinare”. Mi faccio forza e affronto la salita con piccoli passi. Il crono del 14° km. è inesorabile, 5’08”.
Finalmente il punto più alto. La stanchezza è tanta però ciò non mi impedisce di ammirare la bellezza del lungomare ogliastrino visto da quassù. Veramente una vista superba tra una vegetazione mediterranea ricca di profumi e colori unici. A parte la strada, ad unica carreggiata, non c’è traccia di costruzioni o intervento umano che abbiano minato ciò che la natura ha creato. Peccato non potermelo godere in santa pace. La discesa è altrettanto ripida quanto la salita, ma molto più breve. Posso permettermi di riguadagnare qualche energia . I ristori si susseguono a ritmo consistente. Già da prima di “Torre di Barì” ormai ne troviamo almeno 1 ogni 2 km. Sono organizzati benissimo. Per primo ci sono i sali minerali, dopo circa 100 mt. ci sono gli spugnaggi ed infine la bottiglietta d’acqua o il bicchiere d’acqua. 20 o 30 mt. dopo ogni ristoro ci sono dei grossi contenitori dove gli atleti possono buttare la bottiglia o i bicchieri. Mai visto una cosa simile.
Il 15° km. mi da un crono di 4’07” ed è un misto di salite e discese dove naturalmente prevalgono queste ultime. Davanti a me, quando la strada è un po’ dritta, vedo almeno quattro atleti che hanno la mia stessa andatura. Si tratta di Antonio Foddi, il più lontano di tutti, poi, in sequenza Vladimir Ladu, l’atleta con la maglia grigia e Francesco Codonesu. Dietro di me il vuoto, neppure in lontananza.
Il 16° km. non è semplice in quanto, seppure abbiamo perso un po’ di quota si presenta una leggera salita di circa 200 mt. che non è agevole, crono 4’13”. Ci troviamo nella zona di “Cea” da dove partirà l’ultimo gruppo di atleti che faranno i 5 km. Decisamente agevole, invece il 17° km., dove ormai ci si porta quasi al livello del mare, crono 3’59”.
Ma i giochi non sono ancora terminati. Per gli ultimi 4 km. c’è ancora da soffrire. Infatti gli organizzatori non ci hanno fatto mancare proprio niente. Anche un terzo promontorio da superare per poter raggiungere poi la “benedetta” spiaggia di “Orrì”. Non è una salita lunga e ripida quanto la seconda (tra Torre di Barì e Cea), però sono pur sempre 40 mt. di salita che occorre fare. Sicuramente è molto più difficile rispetto alla prima (tra Barisardo e Torre di Barì). La stanchezza ormai si fa sentire. Per la seconda volta ho necessità di camminare per qualche metro dato che anche qui ci sono delle pendenze vicine al 10 %.
Anche il sole fa la sua parte. Nonostante non sia una giornata umida però la temperatura si avvicina intorno ai 28 gradi. Perdo la vicinanza degli atleti che mi precedono ma ciò che ormai mi preme maggiormente è arrivare finalmente all’arrivo. Finalmente mi trovo sopra all’ennesimo promontorio. Ancora una serie di brevi discese intervallate da leggere salite ed è il preludio alla discesa finale. I crono del 18° e 19° km. sono molto simili, 4’37” e 4’24”. Quella che ci riporta al livello del mare è finalmente una favolosa discesa, all’inizio un po’ ripida (al 20° km.) per poi diventare dolce sino all’arrivo.
Gli ultimi 2 km. li chiudo con il tempo di 3’57” e 3’52”. Ho la forza anche di chiudere con una leggera progressione finale perché ormai si intravede il “gonfiabile” che riporta la scritta ARRIVO. Negli ultimi 150 mt. accade ciò che non vorresti mai vedere. L’atleta che mi precede, quello con la maglia grigia, inizia a barcollare. Per lui sarebbero mancati solo 50 mt. ma non c’è la fa. Sbanda vistosamente e si accascia per terra. Io proprio in quel momento decido di fermarmi per soccorrerlo. Intervengono subito le persone che gli stanno più vicine e tra l’altro vedo due infermiere del 118 che partono dalla linea dell’arrivo per indirizzarsi a soccorrerlo. Ciò mi tranquillizza un po’ e nel giro di alcuni secondi decido ormai di portare a termine la gara. Qualche secondo dopo il mio arrivo si muove l’ambulanza e si porta vicino all’atleta sfortunato. Da informazioni ricevute dagli organizzatori risulterà che l’atleta si è ripreso subito dopo ed è stato rilasciato dopo aver recuperato in pieno lo stato fisico. Peccato per lui, dopo oltre 21 km. non chiudere la gara per soli 50 mt. non è il massimo, soprattutto dopo una faticaccia come quella.
Il mio tempo finale è stato di 1:27’24” ad una media di 4’09” a km.
Per vedere tutti gli arrivi (tratti da TDS) della Mezza e della 10 km. clicca qui;
Per leggere il resoconto della gara clicca qui;
Il primo km. lo si affronta in parte nel rettilineo del lungomare (circa 600 mt.) e in parte al fianco di un canalone su una strada stretta. Ritmo gara 4’07”. Al mio fianco, sin dall’avvio, è presente Fulvio Marra (M40, Cagliari Marathon Club) ma sento anche i passi di un’atleta che ci sta quasi attaccato, appena un metro dietro di noi. All’inizio non ci faccio molto caso e mi concentro sul gesto della corsa, però poi, a metà del 2° km. decido di vedere di chi si tratta. Con massima sorpresa mi rendo conto che l’atleta che ci segue come un’ombra è il mio compagno di squadra Luca Maini (M35, Futura Cagliari) e con altrettanto stupore lo vedo che si affianca a noi proprio quando, ormai rotto il fiato, ho leggermente incrementato l’andatura. Dopo aver deviato a destra per indirizzarci verso Barisardo, mi “distendo” un po’, cercando di ottimizzare meglio il passo. Ciò ha sicuramente messo in difficoltà l’amico Luca, che nel giro di qualche minuto rimane gradualmente sempre più indietro, ma non certo Fulvio. Guardo il crono del 2° km., 3’52”. Accidenti, troppo forte, ecco perché Luca ormai non lo sento più mentre mi sono avvicinato al gruppetto che mi precede.
Nel frattempo mi supera Luca Pirosu (M30, Zitto e Corri Carbonia) e sino alla fine della gara resterà sempre davanti a me. Guardo un po’ in avanti, per capire in che posizione mi trovo, giusto per vedere come procedono nelle prime posizioni. Massimo Nocco conduce tranquillamente su Alessandro Mameli mentre un bel po’ staccati ci sono Antonio Foddi (M45, Atletica Ogliastra) e Giovanni Goseli (M45, Amatori Nuoro). Sin dall’inizio Massimo ha impostato un ritmo intorno a 3’50” per cui ha preso decisamente le redini della corsa mentre Alessandro sicuramente non è al massimo della forma atletica e procede con un ritmo più tranquillo. Un fattore che accomuna i due atleti appena nominati è che sono entrambi parrucchieri e, manco a dirlo, sono entrambi completamente “pelati”.
Poco davanti a me, a circa 30 mt., mi trovo un gruppetto di 4 atleti che ha impostato il proprio ritmo intorno a 4’ a km. Al 3° km. il mio crono dice 4’04”, e la strada ormai è tutta pianeggiante e ben chiusa al traffico. Al mio fianco sinistro sono sempre “francobollato” da Fulvio mentre il gruppetto di poco davanti a noi è costituito da Vladimir Ladu, Davide Ecca (M45, Libero), Francesco Codonesu (M35, Atletica Selargius) e un altro atleta che indossa una maglia grigia ma che non sono riuscito ad individuare di chi si trattasse. Proprio questo atleta ha condotto una gara perfetta e sempre costantemente davanti a me (per sapere quale sia stato il suo epilogo finale dovete attendere sino alle ultime righe del racconto), ma non essendo arrivato a termine non ho potuto individuare il suo nome.
Nel rettilineo che ci conduce verso Barisardo ne approfitto per transitare costantemente nel bordo strada dove è presente una carreggiabile omogenea e facilmente calpestabile. Il 4° e 5° km. sono abbastanza tranquilli e la velocità è sempre costante (4’04” e 4’03”).
Tra il 6° km. ed il 7° km. si verificano due avvicendamenti di cui rimango leggermente sorpreso. Il primo riguarda la figura di Giovanni Goseli. L’atleta nuorese rallenta gradualmente. E’ evidente che si trova in difficoltà. Pian piano mi avvicino a lui sino a raggiungerlo. Rallento anche io per un attimo per sentire cosa succede e lui mi fa capire che oggi non è in buone condizioni. Riprendo quindi con il mio ritmo e vado avanti. L’altra sorpresa è data da un atleta che gradualmente arriva alle mie spalle e mi supera. Si tratta di Gianfranco Cancedda. Atleta molto esperto anche se da molto tempo non lo vedevo in gara. Giovanni e Gianfranco hanno avuto sino a quel punto due situazioni agonistiche molto diverse; partenza veloce ma con grossa difficoltà (dal 5° km. in poi) per Giovanni mentre Gianfranco è partito cauto per poi gradualmente intensificare l’andatura e recuperando così tante posizioni, compreso la mia. Il crono per il 6° e il 7° mi da 4’06” e 4’02”.
Nel 7° km. ormai siamo alle porte del paese di Barisardo. Poco prima del campo sportivo si devia a destra lasciando così la strada larga. La nuova carreggiata ci indirizza verso la campagna e, pur essendo sempre asfaltata, è molto più stretta. Mentre nel lungo rettilineo verso Barisardo ci si dirigeva verso nord, adesso, con la virata a destra, ci indirizziamo verso est. In questa fase perdo la compagnia di Fulvio in quanto riesco a mantenere un buon ritmo forse proprio in attesa che inizino le salite. Ed eccole finalmente.
Per fortuna si parte già da un punto non in linea con il mare. Infatti dal punto della partenza sino ad arrivare al punto poco prima delle salite ci troviamo a circa 20 mt. sul livello del mare. La prima rampa di salita non è così dura. Riesco a mantenere un buon ritmo gara e a non staccarmi dal gruppetto sempre vicino che già da prima mi precedeva. Gli unici atleti che ormai hanno preso un buon vantaggio sono Luca Pirosu e Gianfranco Cancedda che si sono avvicinati ad Alessandro Mameli e Antonio Foddi, mentre Massimo Nocco ormai fa gara a se. Il tragitto dove sono racchiuse le salite è lungo circa 2 km. L’8° km. mi segna un crono di 4’16”, ciò vuol dire che non ho perso tantissimo. Le pendenze non sono dure. Si tratta di una pendenza continua intorno al 5 o 6 % per circa 600 mt. Poi si perde nuovamente un po’ di quota per circa 300 mt. e la si riguadagna nuovamente portandoci nel punto più alto che si trova intorno a 70 mt.
Al 9° km. devo registrare un 4’22” di crono che la dice tutta sulla difficoltà della seconda salita dove abbiamo raggiunto il punto più alto. Ottima naturalmente le visuale verso il mare e suggestiva tutta la vegetazione che in questi punti è molto rigogliosa. Finalmente la discesa. Questa è decisamente più costante e lunga rispetto alla salita dato che ci indirizza ormai verso il punto dove rasenteremmo il livello del mare.
Il 10° km. risulterà il più performante di tutta la Mezza, 3’50”. Riesco persino a superare, in alcuni punti, alcuni avversari che mi trovavo costantemente davanti come Vladimir Ladu e Francesco Codonesu. Naturalmente appena terminata la “sbornia” della discesa sono stato nuovamente “risucchiato” dagli stessi atleti. Nel punto in cui si precede l’arrivo in località “Torre di Barì” occorre fare un tragitto cosiddetto “a bastoncino” dove per circa 500 mt. è possibile vedere gli atleti rivali che mi precedono e quelli che sono dietro di me. Proprio all’inizio di questo tragitto incrocio Massimo Nocco che ormai ha circa 1 km. di vantaggio su di me. A occhio e croce si tratta di circa 2’ di vantaggio. Il distacco tra Massimo rispetto ad Alessandro Mameli è molto ampio, tra l’altro ormai tra Alessandro e gli altri atleti come Davide Ecca, Gianfranco Cancedda e Luca Pirosu non c’è tanta differenza.
Transitando nel rettilineo che porta a “Torre di Barì” incrocio i tantissimi atleti che dovranno affrontare la gara di 10 km. mentre effettuano il riscaldamento. La loro partenza è prevista intorno alle 10,30. Breve occhiata alla bellissima Torre posizionata su una piccola insenatura e via con la ripartenza dopo il giro di boa. L’incitamento dei tantissimi amici, soprattutto atlete, posizionate lungo il percorso, mi procura una maggiore carica di adrenalina. Nella parte terminale del “bastoncino” incrocio tanti amici che si trovano decisamente indietro rispetto alla mia posizione. Si tratta di Luigi Stefanopoli (M45, Amatori Nuoro), Giovanni Goseli, che procede “a rimorchio” di Luigi, Alessandro Cacciotto (M30, Amatori Nuoro), Teodoro Mura (M45, Artzia Uisp), che il giorno precedente ha fatto più di 50 km. tra allenamento mattutino (42 km.) e gara notturna (Urban Trail di Cagliari) e altri amici vari, tra cui anche Rodolfo Marroccu (M60, Futura Cagliari).
All' 11° km. riscontro un crono di 3’59” dovuto al vantaggio di correre quasi tutto in piano nel cosidetto “bastoncino. La prosecuzione del rettilineo, che riporta al paese di Barisardo, seppure nella fase iniziale si presenta come un leggero falsopiano, poi va sempre di più a crescere, in termini di pendenza, sino a diventare abbastanza difficoltosa. Infatti il 12° km. registra un “misero” 4’20”.
Il 13° km. è quello che precede la salita più difficile della gara. Abbiamo abbandonato ormai la strada che conduceva a Barisardo per indirizzarci (a destra) verso una zona dove davanti a noi si presenta un grosso promontorio. Non ci sono dubbi sul fatto che ci aspetta un qualcosa di molto duro. Costeggiamo un torrente d’acqua per qualche centinaio di metri e la discesa ci permette di rigenerarci. Ormai ci troviamo nuovamente ad un livello sul mare di poco superiore a 10 mt. Il 13° km. registra un crono di 4’12”.
Ed ecco finalmente il punto più difficile della gara. La salita più lunga e ripida fra tutte. Nel giro di neanche un km. dobbiamo salire di oltre 60 mt. affrontando anche pendenze di oltre il 10 %. Sono da solo e non vedo altri atleti ne davanti ne di dietro. La cosa più bella è data dal fitto bosco che ci offre tante zone d’ombra ma la salita non fa sconti. Decido di camminare per una decina di metri per recuperare il fiato. Mi guardo di dietro ma non arriva nessuno. Evidentemente il vantaggio nei confronti dell’amico Fulvio è molto consistente. Guardo verso l’alto e riesco a vedere nel punto più alto (75 mt. s.l.m.) la piccola sagoma di Massimo Nocco. Beato lui, ormai sta’ sicuramente per “scollinare”. Mi faccio forza e affronto la salita con piccoli passi. Il crono del 14° km. è inesorabile, 5’08”.
Finalmente il punto più alto. La stanchezza è tanta però ciò non mi impedisce di ammirare la bellezza del lungomare ogliastrino visto da quassù. Veramente una vista superba tra una vegetazione mediterranea ricca di profumi e colori unici. A parte la strada, ad unica carreggiata, non c’è traccia di costruzioni o intervento umano che abbiano minato ciò che la natura ha creato. Peccato non potermelo godere in santa pace. La discesa è altrettanto ripida quanto la salita, ma molto più breve. Posso permettermi di riguadagnare qualche energia . I ristori si susseguono a ritmo consistente. Già da prima di “Torre di Barì” ormai ne troviamo almeno 1 ogni 2 km. Sono organizzati benissimo. Per primo ci sono i sali minerali, dopo circa 100 mt. ci sono gli spugnaggi ed infine la bottiglietta d’acqua o il bicchiere d’acqua. 20 o 30 mt. dopo ogni ristoro ci sono dei grossi contenitori dove gli atleti possono buttare la bottiglia o i bicchieri. Mai visto una cosa simile.
Il 15° km. mi da un crono di 4’07” ed è un misto di salite e discese dove naturalmente prevalgono queste ultime. Davanti a me, quando la strada è un po’ dritta, vedo almeno quattro atleti che hanno la mia stessa andatura. Si tratta di Antonio Foddi, il più lontano di tutti, poi, in sequenza Vladimir Ladu, l’atleta con la maglia grigia e Francesco Codonesu. Dietro di me il vuoto, neppure in lontananza.
Il 16° km. non è semplice in quanto, seppure abbiamo perso un po’ di quota si presenta una leggera salita di circa 200 mt. che non è agevole, crono 4’13”. Ci troviamo nella zona di “Cea” da dove partirà l’ultimo gruppo di atleti che faranno i 5 km. Decisamente agevole, invece il 17° km., dove ormai ci si porta quasi al livello del mare, crono 3’59”.
Ma i giochi non sono ancora terminati. Per gli ultimi 4 km. c’è ancora da soffrire. Infatti gli organizzatori non ci hanno fatto mancare proprio niente. Anche un terzo promontorio da superare per poter raggiungere poi la “benedetta” spiaggia di “Orrì”. Non è una salita lunga e ripida quanto la seconda (tra Torre di Barì e Cea), però sono pur sempre 40 mt. di salita che occorre fare. Sicuramente è molto più difficile rispetto alla prima (tra Barisardo e Torre di Barì). La stanchezza ormai si fa sentire. Per la seconda volta ho necessità di camminare per qualche metro dato che anche qui ci sono delle pendenze vicine al 10 %.
Anche il sole fa la sua parte. Nonostante non sia una giornata umida però la temperatura si avvicina intorno ai 28 gradi. Perdo la vicinanza degli atleti che mi precedono ma ciò che ormai mi preme maggiormente è arrivare finalmente all’arrivo. Finalmente mi trovo sopra all’ennesimo promontorio. Ancora una serie di brevi discese intervallate da leggere salite ed è il preludio alla discesa finale. I crono del 18° e 19° km. sono molto simili, 4’37” e 4’24”. Quella che ci riporta al livello del mare è finalmente una favolosa discesa, all’inizio un po’ ripida (al 20° km.) per poi diventare dolce sino all’arrivo.
Gli ultimi 2 km. li chiudo con il tempo di 3’57” e 3’52”. Ho la forza anche di chiudere con una leggera progressione finale perché ormai si intravede il “gonfiabile” che riporta la scritta ARRIVO. Negli ultimi 150 mt. accade ciò che non vorresti mai vedere. L’atleta che mi precede, quello con la maglia grigia, inizia a barcollare. Per lui sarebbero mancati solo 50 mt. ma non c’è la fa. Sbanda vistosamente e si accascia per terra. Io proprio in quel momento decido di fermarmi per soccorrerlo. Intervengono subito le persone che gli stanno più vicine e tra l’altro vedo due infermiere del 118 che partono dalla linea dell’arrivo per indirizzarsi a soccorrerlo. Ciò mi tranquillizza un po’ e nel giro di alcuni secondi decido ormai di portare a termine la gara. Qualche secondo dopo il mio arrivo si muove l’ambulanza e si porta vicino all’atleta sfortunato. Da informazioni ricevute dagli organizzatori risulterà che l’atleta si è ripreso subito dopo ed è stato rilasciato dopo aver recuperato in pieno lo stato fisico. Peccato per lui, dopo oltre 21 km. non chiudere la gara per soli 50 mt. non è il massimo, soprattutto dopo una faticaccia come quella.
Il mio tempo finale è stato di 1:27’24” ad una media di 4’09” a km.
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