Antonello Vargiu. Foto Arnaldo Aru. |
A una settimana dalla
gara di Porto Torres eccomi nuovamente impegnato nella seconda gara di Cross in
Sardegna. Stavolta la gara si svolge a Capoterra (20 km a sud-ovest da
Cagliari). Mi bastano appena 15 minuti di tempo per arrivarci da casa. La
giornata è molto fredda. Durante la mia partenza da Cagliari, verso le 08,15,
ci sono appena 4,5 gradi. Per fortuna spunta un bellissimo sole. Nel breve
tragitto per Capoterra mi fermo accanto alle saline dei “Conti Vecchi” per fare
alcuni video. La giornata è chiara e bellissima.
Al mio arrivo nel campo gara,
con grande sorpresa, mi rendo conto che il percorso gara è completamente asciutto.
In compagnia degli altri atleti della “Cagliari Atletica Leggera” mettiamo su’
il gazebo dove sarà per noi il punto di ritrovo e di appoggio delle borse.
Nel frattempo la
temperatura è salita di qualche grado e, con la presenza del sole, si attesta
al di sopra di 10 gradi. La nostra gara è alle 10,30. Ho circa 40’ per fare il
riscaldamento. Inizio pian piano per sentire le prime sensazioni corporee.
Sensazioni ottimali. D’altronde in questa settimana, a cavallo tra le due gare,
ho preferito fare un buon lavoro “brillante” il mercoledì, consistente nel fare
10 x 200 mt con recupero in souplesse da 100 mt. Poi ho fatto una corsetta
leggera il venerdì, con allunghi finali, ma per il resto mi sono “riservato”
tantissimo curando quotidianamente lo stretching. Faccio per intero il percorso
della gara, lungo quasi 2 km, e mi rendo conto che è più duro di quanto
ricordassi. La presenza di zone pietrose ed il fatto che il terreno sia
completamente asciutto mi convince sul fatto che non mi conviene usare le
chiodate. La bella giornata di sole ed il fatto che il percorso si trovi all’interno
di una vegetazione semi boschiva, e quindi riparato dai venti, mi consente di
correre in pantaloncini corti e canotta. Ottimo riscaldamento, con tanto di
allunghi poco prima della gara, e siamo pronti a partire.
Siamo circa 160 atleti.
Per fortuna riesco ad inserirmi in prima fila, anche se decentrato tutto a
destra dello schieramento. Seppure poco dopo la partenza ci sia una curva a
sinistra ritengo sia più importante potermi trovare sulla destra per avere
maggiore spazio libero e guadagnare una buona posizione nella prima fase della
gara. Cosi infatti si manifesterà. Pronti, via. La prima parte del circuito si
trova in leggera salita per 500 mt. Per fortuna riesco a spingere molto bene
per cui mi trovo tra i primi 12 atleti in testa. Le sensazioni sono molto
buone. Riesco a tenere la posizione sino al punto più alto del circuito e ciò
mi fa ben sperare.
Sapevo di essere in buone
condizioni e tra l’altro ho fatto anche
un discreto riscaldamento prima della gara per cui la forte partenza non mi ha
creato nessun problema. La gara si sviluppa in tre giri da poco meno di 2 km
per un totale di 5750 mt. A parte i primi 500 mt di salita costante il resto
del circuito è un susseguirsi di leggere salite alternate a discese con una
miriade di curve strettissime dove è veramente difficile avere una costanza di
velocità. I primi 2 km saranno tra i più veloci della gara. Mentre nel 1° km,
nonostante la lunga salita, riesco a maturare un buon 3’43”, nel 2° km invece riesco
a realizzare la mia massima velocità registrando un ottimo 3’37”. E’ proprio
nel 2° km che raggiungo due atleti molto più giovani di me (Marcello e Roberto,
SM35) e con la loro compagnia affronterò tutto il resto della gara.
Genesio precede Roberto e Antonello. Foto Arnaldo Aru. |
Nel mix
strategico di “potenza” e “agilità” che occorre avere nell’affrontare un cross
come questo prevale in me la 2^ componente. Certo però che non è facile reggere
un ritmo così intenso. Nel cominciare il 2° giro, proprio nel 3° km, si
ripresenta la salita costante di 500 mt che adesso appare meno facile rispetto
alla partenza. In questo punto della gara serve più la potenza che l’agilità.
Stringo i denti ma le gambe iniziano a risentire della forte spinta iniziale.
3° km in 3’54”. Occorre recuperare un po'. Dalle retrovie mi superano 3 atleti
e tra questi c’è proprio il mio “rivale” di categoria (SM55), Genesio. Gli
altri 2 atleti sono miei compagni di squadra (Efisio, SM 40 e Felix, SM35). Mentre
Efisio ha un passo decisamente più fluido e veloce, lasciandoci tutti quanti
indietro, Felix e Genesio hanno un passo non tanto diverso dal mio, per cui
cerco di tenere la loro scia. Genesio è sicuramente più “strutturato” di me, fisicamente,
e lo dicono i suoi 5 o 6 kg di maggior peso. Certamente io sono più “agile” e, nelle
tantissime curve o brevissime salite che si intervallano alle discese, mi faccio
rispettare. 4° km in 3’46”. Bene, la sfida è sempre aperta.
Inizia l’ultimo giro e
passiamo proprio di fronte a due ali di folla che segue attentissima tutta la
gara. Inutile dire quanto sia intenso l’incitamento per entrambi. Per la terza
ed ultima volta ecco la salita da 500 mt. In questa fase ha buon gioco Genesio
che può certamente giocare la sua carta migliore, la potenza. Per me invece
resta la determinazione e la grinta e un po' di spregiudicatezza. Finalmente
termina la salita e la distanza con Genesio, Felix e Roberto rimane
sostanzialmente immutata mentre Marcello ha guadagnato qualche decina di metri.
Manca poco meno di 1,5 km
all’arrivo. Una cosa molto importante in quest’ultima fase di gara, così come lo è stato sin dall’inizio della gara, è
quella di stringere al massimo nelle curve e passare radenti ai tanti paletti di
legno che le delimitano. In certi casi sento che il mio corpo li sfiora
perfettamente mentre vedo che i miei compagni di corsa, davanti a me, non sono così
precisi. In ognuno dei 3 giri ci saranno oltre una ventina di curve per cui vi
lascio immaginare cosa si può racimolare. Davanti a me il più vicino è Genesio.
Ho la sensazione che abbia leggermente rallentato in quanto riesco ad
avvicinarmi tantissimo a lui ma può darsi che invece stia riuscendo io a
districarmi molto meglio nelle tantissime curve e sali scendi continui. Il
fatto sta che ormai manca poco meno di 1 km all’arrivo.
Ad un certo punto succede
un fatto che sarà determinante ai fini del risultato finale. Proprio in una
leggera salita mi trovo a circa 3 mt da Genesio e mi accorgo che lui rallenta,
per una breve frazione di secondi, la sua andatura. Ormai appare chiaro che lui
è a corto di fiato e non è certamente il Genesio che ho conosciuto in altre
occasioni. Tra l’altro il ritmo del 5° km non è molto intenso in quanto
risulterà a 3’55”. Mancano poco più di 700 mt e per me cambia completamente la
gara. Supero agevolmente Genesio e mi accorgo, con un’occhiata veloce, che ormai ha bisogno di rifiatare. Dentro di
me invece scatta un meccanismo mentale per cui, a questo punto, oltre che una
possibile vittoria di categoria ci può essere anche qualche altra piccola
soddisfazione in più. Ormai ho decisamente cambiato marcia. A una decina di
metri da me vedo i due atleti che mi precedono. Sono Felix e Roberto. Nel giro
di neanche un centinaio di metri mi affianco a loro e li supero con agilità.
Nella lunga discesa che mi porta al traguardo ormai mi sento di spingere sino
al termine. Risulterà la parte più veloce di tutta la gara, dove per oltre 700
mt ho corso ad un ritmo vicino a 3’30”. Chiudo i 5750 mt della gara in 21’41”
posizionandomi al 14° posto assoluto tra i 154 atleti arrivati (atleti da SM35
a SM55). Primo di categoria SM55 con una media a km di poco superiore a 3’45”. Anche
questa è andata…
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