In una giornata nella quale da Cagliari giungono malumori e fastidi per diversi problemi organizzativi nella maratona, chi ha deciso di correre a Nuragus torna a casa col sorriso in bocca e con quell'allegria che solo le piccole gare paesane possono regalare. Se poi alla gara si aggiunge una mini vacanza che consente di visitare diversi luoghi, allora il quadro diventa ancora più piacevole e ricco di dettagli positivi.
I compagni di questa avventura sono Elisabetta e Stefania. Dopo un bel sabato pomeriggio trascorso a Gesturi, dopo il risveglio al canto dei galli, è possibile raggiungere rapidamente Nuragus e cominciare ad assaporare il clima della festa. Si, è proprio una festa! La gara è una sua piccola componente che regala un pizzico di movimento in più già dalla mattina presto. Appena parcheggiata la macchina veniamo catturati dal profumo di un gigantesco maiale che, a quanto pare, sta arrostendo dalla notte. C’è molto fermento in giro, si allestiscono diverse bancarelle con prodotti tipici, s’intravedono le tavolate che accoglieranno gli ospiti della sagra. Noi atleti siamo ancora pochi e ci dirigiamo a formalizzare le iscrizioni e a ritirare i pettorali. Incontro Gesuino, compagno di squadra e organizzatore, gli chiedo immediatamente notizie sul percorso. Dovrebbe essere per metà caratterizzato da alcuni saliscendi e, nella parte finale, in discesa. C’è vento di maestrale, ma le temperature dovrebbero garantire sollievo. Inizialmente metto la canotta sopra una maglietta a maniche corte. Comincio a riscaldarmi e capisco quasi subito che si può stare solo in canotta. Dovremmo essere una sessantina. Ovviamente il grosso degli atleti, oggi, ha preferito gareggiare a Cagliari. Tante facce allegre e conosciute creano un clima molto familiare. Qualche paesano mi vede correre e scherzando dice ‘sono già partiti!’. L’atmosfera mi piace, è positiva e folcloristica. Anche il mitico fotografo Antonio ha deciso di stare in paese per immortalare le nostre gioie e le nostre sofferenze. Faccio un riscaldamento molto leggero con qualche allungo. Si parte alle 9.30. Sento la tensione della gara che porta il cuore a battiti già alti. Il fatto che siamo pochi mi induce a pensare che dovrò andare più forte per fare bella figura. Tutto sommato mi sento in forma nonostante abbia fatto tre gare nelle ultime settimane. Nei giorni scorsi ho fatto degli allenamenti semplici e, soprattutto, gli ultimi due giorni sono stati di assoluto riposo.
Poco prima della partenza compare la telecamera e il microfono di Videolina. Le interviste tra gli atleti rendono l’atmosfera più elettrica e importante. Dopo un conto alla rovescia spartano, ma efficace, si parte senza sparo. Siamo tutti attaccati e vicini. Passiamo alla destra del mega maiale che continua ad arrostire. Vedo Antonello davanti al suo passo veloce, affiancato da altri atleti molto rapidi. Siamo in leggera discesa e non ho problemi a seguire il gruppetto principale. Un’occhiata al Garmin mostra il passo di 3.50. Passiamo in alcune piacevoli viuzze e pian piano le distanze cominciano a farsi marcate. Il gruppetto dei top runner procede spedito. Io mi assesto al passo più consono alla mia preparazione e al mio fiato. L’uscita dal centro abitato mi regala una bella emozione perché il paesaggio è gradevole, l’aria è pulita e il vento non disturba poi tanto. Mi sento protagonista e anche spettatore della gara poiché vedo in lontananza gli atleti più veloci. Col procedere dei metri mi ritrovo in un gruppetto che più o meno sta a metà tra i più veloci e i più lenti. I saliscendi sono gestibili, la strada è ottima e, ai fianchi, ogni tanto compaiono dei bellissimi cavalli, grandi e piccini. Le salite cominciano a farsi più ripide. Cerco di guardare a terra per non farmi influenzare dalla loro lunghezza. Qualche atleta comincia a respirare pesantemente. In discesa mi lascio andare riuscendo a fare qualche sorpasso. A metà del terzo chilometro comincia una salita discreta che mi porta a rallentare notevolmente. Qualcuno addirittura cammina. Il passo, che oscillava tra i 4.05 e i 4.20, sale fin sopra i 5.30. Il bel paesaggio mi da energia. Penso che non devo fare 10 giri nervosi, ma un bellissimo giro unico, immerso nella natura. Ci può stare la sofferenza per una salitina insidiosa. All’improvviso, all’apice della fatica, alcuni volontari dicono di tener duro perché poi sarà tutta discesa. Ricordo la descrizione di Gesiuno e, fiducioso, faccio l’ultimo sforzo. Svolto a destra per incontrare un sentiero sterrato, umido, ma in discesa. Bene. Le gambe riprendono a macinare metri. Il fango non è fastidioso anche se in alcuni tratti devo traslare per evitare pozzanghere. Riesco a fare qualche altro sorpasso. A metà del sesto chilometro il vento me lo ritrovo frontalmente e oppone una discreta resistenza alla veloce corsa in discesa. Mi affianco ad alcuni atleti per prelevare un briciolo delle loro energie. Per diversi metri procedo in sincronia, poi passo avanti per poi affiancarmi. Un tipo ogni tanto si ferma, poi riprende a correre a passo molto veloce, poi si riferma. Penso che non riuscirei a riprendere la corsa veloce dopo qualche secondo di sosta. Mi affianco ad Elia. Il vento soffia per bene e ostacola i movimenti. Cerco di fare la gara con lui. All’improvviso non capisco se sto rallentando o se lui accelera. La distanza cresce e cerco di mantenerla costante. Il Garmin fa il beep degli 8 chilometri. Se tutto va bene dovremmo essere quasi alla fine. Elia è trenta metri avanti. Riconosco le strade vicine al traguardo e cerco di accelerare per acchiapparlo. Riduco un po’ le distanza ma lui punta un atleta per poi sorpassarlo nello sprint finale. E’ impossibile raggiungerlo. Cerco di accelerare ugualmente per guadagnare qualche secondo rispetto alle mie sfide personali. Vedo Antonio che prepara la macchina fotografica, mi sforzo di sorridere e, con le braccia sollevate, taglio la linea del traguardo stremato, ma felice di aver udito il mio nome dallo speaker. Ricevo un gradito complimento da Antonello Vargiu e procedo ancora per qualche metro prima di fermarmi. Divoro mele e arance, bevo un po’ di sali minerali e corro in macchina cambiarmi. Ritorno in zona arrivi per fare il filmato dell’arrivo di Elisabetta che ha la caratteristica di arrivare al traguardo sempre sorridente e ironica. Le premiazioni si tengono alle 11.30. Abbiamo tutto il tempo per farci una bella doccia. Spero di aver fatto un buon risultato. Mi piacerebbe molto salire sul podio! Potrebbe anche essere l’occasione giusta. La piazza si popola ulteriormente. Il maiale continua imperterrito a girare nel suo lungo spiedo. Su un lato della strada ammiriamo delle bellissime e personalizzate Fiat 500 assieme ad altre vetture d’epoca. Le cuoche di Nuragus spiegano come si preparano Is Tallarinus e, da un palchetto, un tizio comincia a suonare la fisarmonica inducendo alcuni balli sardi tra la gente. Cominciano le premiazioni. Voci di corridoio dicono che ho un terzo posto di categoria. Mi sento come uno studente universitario che sa di aver preso un bel voto poco prima che il docente pubblichi gli esiti dell’esame. Tutto si trasforma in realtà. Vengo chiamato sul palco. Ovviamente è un podio ‘facile’, con poca concorrenza. In genere la categoria SM40 mi vede in posizioni medio basse. In ogni caso oggi tocca a me e mi godo questa piccola-grande soddisfazione personale col cuore che batte forte mentre sento il mio nome e faccio gli scalini per salire sul palco. Ho visto tante volte quella scena e stavolta son lì a farmi fotografare da Antonio. Il premio contenuto in una busta biodegradabile è una bottiglia di vino, un pezzo di formaggio e un portachiavi della pro-loco di Nuragus. Sono felicissimo. Rientrerò a casa con un piccolo bottino che avrà premiato le mie fatiche!!
E’ ora di pranzare. Ci sistemiamo nei lunghi tavoli e, finalmente, gustiamo tallarinus, maiale, salsiccia, formaggio, pomodoro, pane, arance e vino. Ho apprezzato molto Is Tallarinus, piatto a base di spaghetti, formaggio e zafferano. Alcuni ottimi dolci fanno comparsa sul tavolo grazie a Maria Grazia e Stefania. Verso le 14 facciamo un salto a Gesturi per visitare la festa della Madonna D’Itria e, stanchi e felici, ci rimettiamo in macchina per far rientro a casa.
10 e lode per questo weekend culinario-sportivo! Ringrazio le mie carissime amiche Elisabetta e Stefania che hanno reso molto gradevoli queste ore trascorse tra Gesturi e Nuragus.
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