Davide Mallus. |
Quand’ero piccolo assistevo spesso alle gare podistiche organizzate durante la festa di Sant'Elena. Erano gli anni ’80. Ricordo anche di aver chiesto l’autografo ad un certo Francesco Panetta, campione internazionale di quel periodo. Le gare erano per me uno dei tanti eventi nel programma dei festeggiamenti. Guardavo con interesse senza però immaginare di correre.
Oggi, a distanza di tanti anni, provo un piacere speciale e un emozione indescrivibile. Una gara nella mia città e nelle strade che calpesto quotidianamente (forse un po’ troppo con l’auto), un’occasione unica nella quale la mia passione si unisce ad un ambiente familiare e ricco di addobbi. Le strade in cui si svolgerà la gara saranno prive di auto e sarà possibile correre con tanto spazio a disposizione, col contorno di palme e bandierine.
In piazza Sant'Elena ci saranno due ospiti speciali: i miei cari genitori. Finalmente capiranno che in definitiva non sono un pazzo che corre ad ogni ora e in ogni condizione climatica. Capiranno che la gara è un evento importante e che il sostegno di amici e parenti è fondamentale!Abitando a due passi dalla partenza posso premettermi di fare tutto con molta calma. Verso le 16.30 vado a ritirare pettorale, maglietta e uva. Pian piano arrivano le facce di sempre, ma il fatto di vederle a Quartu rende tutto più nuovo e insolito. Rientro a casa, mi cambio ed esco dalla palazzina con canotta rossoblu e pettorale già sistemato. Mi sento un po’ in imbarazzo, probabilmente tanti vicini non sanno che corro e penseranno ‘e questo … che fa??’ L’imbarazzo svanisce non appena raggiungo la piazza e mi unisco ad altri runners già ‘vestiti’. Incontro subito Tonio, alla sua seconda gara ufficiale, la prima nella Cagliari Atletica Leggera. Vedo Arnaldo che comincia a riscaldare i motori facendoci una foto con lo sfondo della Basilica di Sant'Elena. In piazza c’è un palco enorme dove si sta allestendo la sceneggiatura per la classica commedia in campidanese. Il gonfiabile è montato vicino alla banca, per fortuna non è a fianco dell’agenzia funebre. Nel percorso di gara ci sono bancarelle di torrone, di caramelle, di giocattoli (papà, mamma andiamo alle bancarelle??? Quante volte avrò stressato i miei per farmi comprare quegli oggetti dei desideri!). Nella via d’Annunzio invece ci sono le paninoteche. Comincio a riscaldarmi percorrendo la via Diaz che, senza un’auto in sosta, sembra la via lunghissima di una grande città. I compagni di squadra sono dappertutto. Antonio si unisce ad Arnaldo negli scatti, non penso avremo problemi a ritrovarci immortalati. Radio Sant'Elena, in diretta Facebook, intervista la gente che si fa sempre più numerosa. Vedo le solite facce quartesi di sempre con molta curiosità per l’evento. Finalmente arrivano mamma e papà. Chiamo immediatamente Arnaldo per una foto ricordo a cui tengo tantissimo. A dieci minuti dalla partenza mi piazzo sotto il gonfiabile giallo. Sono emozionato. Molto più emozionato rispetto ad altre manifestazioni. Lancio sguardi ai miei che osservano e sembrano divertiti per l’atmosfera coinvolgente. Vedo l’amico Adriano con la videocamera in mano. Manca pochissimo. Il direttore di gara (Mister Culeddu) comunica che si può partire. Breve conto alla rovescia. GO!
Parto veloce. I top runner hanno già una falcata ‘africana’. Ci infiliamo nella via Bonaria, molto pittoresca nella quale si può ancora respirare l’aria di ‘paese’. Quartu è la terza città della Sardegna, ma resta pur sempre un paese con tanta gente simpatica e scherzosa. Vedo Anna e da lei ricevo il primo incitamento. I miei riferimenti odierni sono gli atleti che in genere supero dopo tre chilometri e Paolo (che in genere non supero mai, tranne qualche raro caso). Giriamo in via Rossi Vitelli. Meno gente sulla strada. Qualcuno incita dalle finestre. Paolo è avanti di una decina di metri e mi guida. Ho un buon passo, intorno ai 4.05, ma sono consapevole che dovrò rallentare. Ho la bocca asciutta, più per l’emozione che per sete. Non c’è caldo, si respira e un venticello a tratti si mette anche contro. Eccomi in via XX Settembre, la strada lastricata in granito che faccio sempre di rientro dai miei allenamenti. Anche qui tante bandierine. Tengo sotto controllo Paolo che procede senza dar segni di cedimento. Poco prima di girare per vico XX Settembre apprezzo l’incitamento di un gruppetto che applaude al passaggio dei corridori. La stradina è stretta e in leggera salita, poi sbocca nella via Pola dalla quale giriamo a sinistra nella lunga via Mori, via storica quartese. Qui l’asfalto e un po’ balordo a ‘V’ e conviene stare sulla sinistra. Faccio qualche sorpasso. In Piazza IV novembre ho diversi sostenitori. Vedo subito Andrea e Joshua. Forse non mi vedono. Immediatamente dopo Gianni mi scatta la foto. Tra la piazza e Via Sant’Antonio ricevo il gradito incitamento di Stefania. I vigili urbani bloccano le auto per farmi entrare nella via Merello. Qui trovo il compagno di gara di sabato scorso, Sergio, stavolta in divisa da volontario arancione. Subito dopo Monica che da la carica. Si sta per concludere il primo giro. Le gambe procedono bene, i dolori alle caviglie sono spariti. Faccio qualche sorpasso e giro in via Diaz, lunghissima. Paolo è sempre lì. Altri compagni stanno davanti e non mollano. In prossimità del completamento del primo giro avverto una forte carica che mi fa accelerare. Cerco mamma e papà, li vedo, mi vedono. Bene, missione compiuta: iniezione di energia! Sono nuovamente nella via Bonaria dove un energumeno si lamenta per il traffico bloccato. Il gruppo si dirada, ho spazio davanti e dietro. Non ho compagni di passo. Mi sento leggermente più affaticato rispetto al primo giro. Il passo aumenta. Quello di Paolo no, quindi si allontana, pur essendo sempre visibile. In via Mori passo vicino ad un’agenzia funebre, sono stanco ma vivissimo..! Nella piazza IV Novembre stavolta noto che il mio amato nipotino mi vede e si mette a ridere. Andrea filma. C’è anche Carla. Purtroppo non posso fermarmi e scappo. Altra foto di Gianni. Sulla curva mi trovo un bus quasi di fronte. Sono affaticato e comincio a correre storto e dondolante. Non riesco ad applicare le tecniche di corsa apprese negli ultimi allenamenti al campo. Pazienza. Bisogna stringere i denti ed evitare di rallentare. Paolo sembra accelerare. È Imprendibile. Considero quindi un altro riferimento. Una maglia ELMAS che sta a venti metri da me. Eccomi nuovamente in via Diaz. Sembra il lungo e infinito rettilineo di Villacidro. Paolo ed altri atleti rossoblu sono irraggiungibili. Cerco di aumentare il passo. Viaggio intorno ai 4 min/km. Penso ad una strategia: tengo Elmas a distanza, magari mi avvicino un po’ per poi sorpassare poco prima del traguardo. L’atleta però rallenta e lo supero molto prima. Mi trovo solo. Accelero comunque per giocarmi le ultime cartucce. Aumenta la gente, il tunnel si restringe, sento il mio nome, sollevo le mani davanti a tanti fotografi. Cerco subito i miei e trovo mia mamma alla quale acchiappo la mano in corsa. Proseguo per alcuni metri dimenticandomi di bloccare il Garmin. Francesca mi insegue e capisco che devo staccare il chip. E’ fatta. Il Garmin dice 27 minuti e 36 secondi per 6,54 km al passo di 4:13 min/km.
Mi avvicino ai miei, visibilmente soddisfatti della gara. Mamma mi consegna una busta magica con asciugamano e maglietta di ricambio. Vado a bere e a ristorarmi con l’uva. Pian piano arrivano gli altri, tutti contenti. Tonio ha fatto un tempone e già pensa alla prossima gara!
Andrea stampa i risultati. Sono arrivato in posizione 23 su 126 in gara. Soddisfatto. Il tempo esatto è 27:33 (passo 4:10). Gianni ci raggiunge. Assistiamo alle premiazioni nelle quali tanti compagni di squadra hanno vinto un premio.
Sono pienamente soddisfatto dell’evento, della gara e della prestazione. Penso che, tra le decine di gare che ormai ho nel curriculum, questa sia stata la più sentita, la più emozionante. L’emozione più grande è stata indubbiamente la presenza di Eligio e Pina.
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