Davide Mallus. |
Arrivo a Uta prima delle 8. La giornata è bellissima, tiepida e luminosa. Quest’anno ci sono una serie di novità interessanti. In primis, accanto alla maratonina c’è una gara da 10,5 km che per il sottoscritto è la soluzione migliore in previsione della mezza di Cagliari (prima e unica mezza maratona del 2016). Dopo la paperissima dello scorso anno, il percorso della 21Km è stato rivisitato (due giri e non tre): a quanto pare è fluido, veloce e ottimo per ricercare record personali. Inoltre la partenza è stata spostata più avanti, nella strada principale dove ci saranno le griglie in un lungo rettilineo.
Il mio pettorale ha un asterisco rosso che garantisce l’accesso alla prima griglia. Ho pure un paio di scarpe nuove di zecca che garantiscono una spinta eccellente. Insomma le condizioni di contorno sembrano ottime. Mi sento bene, nonostante il peso della corri Molentargius di domenica scorsa e i 4 allenamenti fatti in settimana (dei quali un lento di 18 km che potrebbe farmi risultare le gambe pesanti). Entro nella palestra-segreteria della gara dove pian piano arrivano gli atleti per il ritiro del pacco gara. Qualcuno porta il certificato per perfezionare l’iscrizione, altri si iscrivono alla non competitiva. Assisto al via vai di gente, rilassato nelle gradinate ripidissime nelle quali giocano alcune bimbe. Ad un’ora dalla partenza ci trasferiamo all'esterno per la foto di rito. Ci siamo tutti o quasi. I compagni di allenamento sono infogati, ognuno ha i suoi obbiettivi: chi farà la sua prima mezza, chi cercherà di migliorare la prestazione precedente, chi farà la gara per accompagnare una compagna ecc. Bevo un caffè con Andrea e Marco per incrementare la carica che già sento forte. Mi cambio rapidamente a circa 40 minuti dalla partenza mettendo sulle gambe un po’ di olio di arnica. L’aria è fresca, il sole è confortante, non c’è vento. Un clima eccezionale.
Mi sposto nella zona partenza che, come detto prima, è stata rivista. Diverse transenne delimitano perfettamente la pista. Accanto al gonfiabile dell’arrivo c’è lo speaker che parla come suo solito con la tipica cantilena che ormai fa parte dello spettacolo, che dà colore e importanza alla manifestazione.
Faccio il riscaldamento cercando di unirmi, di volta in volta, ai compagni di squadra. Le gambe reagiscono bene anche negli allunghi che accenno senza esagerare. Prendono forma le griglie di partenza. Mi sento un po’ in imbarazzo con quell'asterisco sul pettorale. L’addetto dello staff mi fa entrare nella prima griglia mentre gli altri si sistemano indietro. Tra maratonina e 10 km siamo circa 600. Partire davanti è importantissimo e stimolante. Manca poco. Si ride e si scherza. Mi sento benissimo. Non sento l’ansia delle volte scorse, probabilmente perché, tutto sommato, dovrò soffrire per una quarantina di minuti. Chi deve fare la mezza maratona è più teso. Un atleta si inchina improvvisamente, sembra stia facendo uno strano esercizio di stretching, mentre Gepi ricorda qualcuno scomparso ieri. Il tipo si rialza, col sorriso e per nulla imbarazzato per aver espletato un importante bisognino ad un minuto dalla partenza nel bel mezzo della calca. La cosa diventa divertentissima perché, con una comicità spontanea e sbarazzina, alza le mani verso Angelo chiedendo una sorta di ‘dammi il cinque’, al quale ovviamente Angelo, tra le risate generali, risponde negativamente.
Posizioniamo pollici e indici sugli orologi: si parte. A razzo. Come veri top runner. Faccio qualche serpentina nel lunghissimo rettilineo assieme ad Angelo. Siamo ben sotto i 4 min/km. C’è euforia e voglia di far bene. Dopo un minuto trovo lo spazio per concedermi un passo più moderato. Obbiettivo odierno è quello di migliorare il personal best sui 10 km, fatto al Vivicittà del 2015 (42 minuti, passo di 4:12 min/km). Per studiare meglio la strategia ho impostato il Garmin con distanza, passo istantaneo e passo medio. La mia velocità di crociera sarà 4:12, poi tutto quello in più sarà ben gradito.
La prima parte del percorso è ultra conosciuta, poi si cambia verso alcune strade che non conosco. Il primo chilometro è concluso a 4:04 min/km. Mi sento fresco e con discreto carico di benzina. Procedo bene con Angelo. Le ripetute sui mille fatte nei giorni scorsi a 3:45 min/km stanno funzionando. Ho il respiro regolare e promettente. Il bello di fare una 10Km in mezzo ad una mezza maratona è che puoi correre al fianco di atleti fortissimi che tengono il tuo passo per ben 21 km. Quanta energia mi sembra di ricevere! Andature perfette, ottimi movimenti di braccia e falcate super economiche. Il tutto è contagioso. I chilometri crescono ad un passo che si tiene sotto i 4:12. Il respiro non è affannato. Siamo alla velocità perfetta per i miei 10 km. Ovviamente sarebbe impossibile fare una mezza a quel passo, almeno allo stato attuale. Mi affianco ad un tizio particolare che respira alternando tre espirazioni con un suono normale ad una quarta che sembra un pernacchiotto. La cosa mi diverte, però al lungo andare è fastidiosa, quindi mi sposto cercando altri riferimenti. A metà gara il passo si mantiene ottimo, la stanchezza ‘cardiaca’ comincia a sentirsi, le gambe invece vanno da sole, potrebbero fare la mezza maratona senza problemi. Penso a stare dritto senza sbilanciamenti antieconomici. Mi sforzo a tenere la postura giusta cercando anche una leggera spinta grazie al movimento delle braccia che si alternano leggere e sciolte. Il percorso è bellissimo, pianeggiante e vario. Riconosco dei tratti fatti e rifatti negli anni scorsi ma, nell'insieme, mi sembra tutto una novità. La novità è comunque il passo. Non vedo più Angelo, non ho riferimenti rossoblu davanti. Vengo circondato da atleti sassaresi fortissimi, entro nel loro gruppetto, in una sorta di squadra improvvisata nord-sud Sardegna che mi esalta e mi trascina. Non bevo, non prendo spugne. Guardo spesso il Garmin. C’è la sfida tra PASSO ISTANTANEO - PASSO MEDIO. Quest’ ultimo è sotto il previsto 4:12. Sono felice. Ogni tanto il passo istantanea scende sotto i 4:08 per poi risalire in un gioco che in fin dei conti mi fa compagnia. Intorno all'ottavo km comincio ad avere la necessità di ulteriori pensieri energizzanti. Respiro più affannosamente ma sono certo di fare il mio record, lo vedo e cerco di convincermene sempre di più. Supero un compagno che fa la mezza, supero qualche altro. Vengo superato da alcuni treni che nella loro strategia dei 21 km fanno scatti improvvisi. Al nono km la fatica cresce e inevitabilmente rallento. Perdo circa 10 secondi a km, ma il passo medio è sempre in zona ‘personal best’. Allo scoccare dei 10 km sento di aver raggiunto il mio traguardo, infatti sono sotto i 4:12. Restano però 500 metri terribili e fuori programma che, in realtà, potrei anche fare in scioltezza per arrivare più rilassato. Il pubblico ai lati aumenta, in lontananza lo speaker chiama i vari arrivi e passaggi. Sono stanchissimo e, trascinato dalla foga, mi viene da accelerare. Il passo istantaneo si porta a valori da ‘doping’, sotto i 4 min/km. Mi trovo davanti il tappeto coi fiori ai lati. C’è un atleta da superare nel chiasso degli arrivi. La mia mente si proietta ad una ripetuta sui 200m e riesco a battere l’avversario al passo di 2:50 min/km per tagliare il traguardo in estasi (forse anche sorridente) e con le mani sollevate. Procedo per una decina di metri inseguito dall'addetto al ritiro dei chip. Mi fermo a riflettere un attimo con le braccia sulla transenna. Morto, ma felice di esser morto così. Personal best sui 10km migliorato di 30 secondi circa che mi sembrano 3 minuti. Gara programmata e gestita proprio come preventivato. Consapevolezza di allenamenti mirati e molto efficaci. Mi ci son voluti 18 mesi per un miglioramento simile, tra errori, infortuni, lesioni ai fianchi, contratture, periostiti, plantari ecc. Il tutto è servito, ma soprattutto sono serviti gli allenamenti del coach. Quelle andature che facciamo tra risate e con apparente scoordinamento globale sono un iniezione di tecnica che, goccia dopo goccia, ci permette di migliorare e raggiungere gli obbiettivi programmati.
Vado in ‘corsetta’ verso la macchina per cambiarmi. Sono fradicio, temo anche che il sudore possa raffreddarsi. Per fortuna il sole regala il giusto comfort. Faccio rientro in zona gara per incitare i compagni che stanno terminando la mezza maratona. Pian piano arrivano tutti, chi più, chi meno lucido, chi ha deciso di fermarsi prima di avere danni, chi ha migliorato il tempo, chi non è soddisfattissimo. Sono felice di vedere Edoardo che ha terminato la sua prima esperienza sulla lunga distanza e altrettanto felice per la forte compagna di allenamenti Stefania che si è guadagnata un ottimo terzo posto di categoria.
Faccio rientro a casa un po’ prima delle premiazioni, soddisfatto per il mio ‘podio’ personale che dedico all'amico Mato che, nella sua corsa, è in netta ripresa.
Ora devo concentrarmi sulla mezza maratona di Cagliari. Sarà un altro esame, quello più importante del 2016.
sicuramente supererai anche il prossimo
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