Davide Mallus. |
Eccoci all'ultimo evento dell'anno nello scenario spettacolare del Colle di San Michele. Dopo la sofferta mezza maratona di Cagliari stavolta la distanza è meno di 10 km, ma la difficoltà è probabilmente maggiore, a causa delle salite ripide che non consentono di programmare un passo medio di gara.
Arrivo al colle intorno alle 8 in compagnia di Davide e subito incontriamo Marco col quale facciamo un giro di perlustrazione, al contrario, nella parte più ostica del tracciato, prendendo appunti sulle asperità della pavimentazione. Avendo fatto la gara lo scorso anno ho ben in mente cosa mi aspetta: ci sarà da stringere i denti con la consapevolezza che qualche bella discesa consentirà di recuperare un po' di fiato.
C'è un clima migliore rispetto al 2015 e certamente al momento della partenza, prevista alle 10.30, saremo tutti in canotta. Al quartier generale ritiriamo i pettorali dei compagni di allenamento. Pian piano arrivano gli altri compagni di squadra, l'area verde prende vita e si energizza grazie alla musica rock che ogni anno, con molto gusto, viene messa a cornice dell'evento. Dopo la foto di rito fatta nell'anfiteatro che poi sarà la sede delle premiazioni, ci dirigiamo nella macchina per cambiarci. Ho un leggero mal di gola, tengo la bandana attorno al collo e comincio il riscaldamento con Davide, corricchiando verso la zona partenza, nella quale si stanno svolgendo le gare dei bambini e dei ragazzi. Manca mezzora, mi unisco ad un gruppetto di canotte rossoblu capitanato da Mario che comanda la corsetta e gli allunghi. Mi sento bene, gola a parte. Le gambe sono leggere perché ho riposato per tre giorni. Ho alle spalle comunque due ottimi allenamenti di cui un 12x200 di mercoledì che potrebbe servirmi per alcuni scatti. Incontro Mato che finalmente, anche se solo per tifare, rientra 'in pista' con ottime prospettive future! Che bella sorpresa! Al termine delle gare giovanili mi posiziono quasi sotto l'arco. La partenza, rispetto all'anno passato, è stata spostata nella strada principale, scelta molto positiva a mio avviso. Qualcuno si chiede se si debbano fare cinque giri. Immediatamente Gepi, che penso abbia un udito fuori dal comune, prende il megafono e sottolinea che i giri saranno quattro. Lo speaker cerca Efisio e i parenti di Giancarlo Mura per il discorso in sua memoria. Dopo qualche minuto arrivano e pronunciano parole commoventi nel silenzio generale. L'adrenalina sale. Il minuto di raccoglimento aumenta la tensione positiva. L'orologio è pronto a scattare: via! C'è molta calca, ho poca gente davanti ma sento cavalli che galoppano dietro di me. Un atleta cade rovinosamente a terra, caspita! Spero non si sia fatto male. La parte iniziale è in discesa, si vola. Il gruppo dei più forti è già molti metri avanti. Sinceramente non ho fatto grossi calcoli stavolta. Lo scorso anno chiusi col passo medio di 4.44 min/km. Era la mia prima volta al colle ed essendo reduce da qualche acciacco non avevo spinto eccessivamente. Stavolta penso di fare meglio e andrò 'a sensazione'. Il primo giro lo chiudo a 3.57 min/km quasi senza faticare. Col colle a destra e il Brotzu a sinistra, comincia un tratto in saliscendi nel quale cerco di assecondare la pendenza in modalità leggermente 'al risparmio', consapevole della vera salita che incontrerò dopo. Non ho facce conosciute vicino. Sento un incitamento proveniente da un cespuglio senza capire di chi possa essere. L'atmosfera si fa elettrizzante nell'inversione a U che si deve fare per risalire all'ingresso del parco. Diversi compagni incitano, Gepi, con la sua solita ironia dice che il bello arriva ora, mi sento gasato e attraverso il tappeto blu che segna il primo passaggio per poi girare a sinistra nel tratto sterrato. Anche qui ci sono tanti amici che sostengono e regalano energie utili per affrontare la pendenza. Ma mano che si sale la salita diventa sempre più ripida. Diversi fotografi sono piazzati nei punti in cui si possono immortalare al meglio le nostre fatiche. E' tosta, faccio piccoli passi. Nel punto di scollinamento sento tutta la fatica sulle gambe che chiedono un leggero riposo. Procedo lentamente in discesa fino a quando la forza di gravità mi da quel sostegno che mi permette di 'correre' nuovamente. La discesa, coi suoi tornanti, è da fare con attenzione. Arrivo ad un passo di 3.30 min/km poco prima dell'uscita dal parco. Ora si gira a destra. Qualche atleta compie la rotazione allungando un braccio e vincolandosi ad un cartello stradale. Io mi tengo più esterno. Dopo il discesone c'è la parte più piacevole del tracciato, quella quasi pianeggiante dove ci si può riallineare ad un andatura regolare. Qui procedo intorno ai 4.10 min/km. Il fiato è buono, mi tengo un pochino di riserva per evitare crolli improvvisi. Mi supera qualche atleta con passo deciso e scandito. Non penso minimamente a instaurare mini competizioni. Al secondo passaggio ho meno energie rispetto al primo. Procedo in salita coi soliti passetti, in alcuni tratti vorrei camminare, cerco di proseguire in corsetta (siamo tra i 6-7 min/km tanto per capirci). Proseguo in discesa come al primo giro coi respiri che diventano più sonori. Dopo la discesa recupero un pizzico di energie rallentando. Passo dritto al ristoro. Nuovo saliscendi, nuova inversione a U dove intravedo il presidente Antonello e la vice coach Sabrina. Eccomi all'ultimo giro. La salita non cambia, la discesa neppure. Sento un leggero dolore al bicipite femorale destro, il dolore che mi viene sempre dopo aver fatto gli sprint al campo. Nulla di ché, per fortuna, posso correre senza rallentare. Salto anche l'ultimo ristoro. Un tizio davanti a me beve nella sua bottiglietta e mi chiede, molto gentilmente, se ne voglio. Non ne sento bisogno ma, per un attimo, immagino la scena del passaggio della bottiglia, quasi come il testimone di una staffetta. Sorpasso diversi atleti che sono ancora al terzo giro. Ho energie mentali che crescono all'idea che non ci sarà più la salita sterrata. Immagino un'unica discesa verso il traguardo. In lontananza lo speaker dice che ormai la classifica maschile è fatta. Davanti, a qualche decina di metri, c'è Giuseppina Cauli, la forte atleta che si accinge a vincere la gara femminile. Ricordo bene un suo sorpasso alla gara dei mulini, in altre circostanza non sono mai riuscito ad acchiapparla. Ha un vantaggio non recuperabile. Sono comunque contento della mia gara. Nel tratto finale, accelero e riesco a superare un atleta di Assemini. Mi sforzo a sorridere, con le braccia sollevate, per la foto di Antonio che come sempre è il primo essere umano che riconosco al traguardo. Ho chiuso in 40 minuti e 33 secondi, al passo di 4.23 min/km. Sono soddisfattissimo per aver migliorato di circa tre minuti il tempo dello scorso anno! Vado a consegnare il chip e a ritirare il pacco gara con la maglia a maniche lunghe che indosso immediatamente. Al ristoro, Bianca mi offre ottimo the caldo, prendo un pezzo di banana e due pezzi di arancia. Non ho evidentemente la fame pazzesca del post-Cagliari Respira!
Esco dal parco per andare a cambiarmi, do una sbirciata per vedere se c'è qualcuno che conosco. Ecco Davide che corre al fianco di Alessandra. Li vedo sereni all'ultima curva prima della salita del traguardo. Dopo aver recuperato la borsa dalla macchina rientro al parco e mi piazzo in pole position per il rinfresco che prevede riso, salumi, formaggio e un po' di salsiccia arrosto.
Davide mi racconta la sua gara, l'approccio con cui l'ha condotta assieme ad Alessandra e, soprattutto, il piacere della corsa in una sorta di allenamento di lusso. Facciamo rientro a casa coi nostri 'podi personali' e con la soddisfazione di aver vissuto l'evento nel modo migliore.
Qui si chiude il mio 2016 podistico. Estremamente positivo, nonostante qualche mese di stop per i soliti infortuni. Il mio obbiettivo per il 2017 è migliorare nella mezza maratona, a partire da Oristano, a marzo. Poi ovviamente ci saranno tante altre manifestazioni, alcune conosciute e altre nuove nelle quali sicuramente mi divertirò grazie ai vecchi e ai nuovi compagni della Cagliari Atletica Leggera.
Davide mi racconta la sua gara, l'approccio con cui l'ha condotta assieme ad Alessandra e, soprattutto, il piacere della corsa in una sorta di allenamento di lusso. Facciamo rientro a casa coi nostri 'podi personali' e con la soddisfazione di aver vissuto l'evento nel modo migliore.
Qui si chiude il mio 2016 podistico. Estremamente positivo, nonostante qualche mese di stop per i soliti infortuni. Il mio obbiettivo per il 2017 è migliorare nella mezza maratona, a partire da Oristano, a marzo. Poi ovviamente ci saranno tante altre manifestazioni, alcune conosciute e altre nuove nelle quali sicuramente mi divertirò grazie ai vecchi e ai nuovi compagni della Cagliari Atletica Leggera.
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