Antonello Vargiu. Foto Tore Orrù. |
In questa 2^ giornata di Cross sono in gioco i Campionati di
Cross per Società Master. La nostra società (Cagliari Atletica Leggera) deve
difendere il titolo della squadra maschile conquistato l’anno scorso a Olbia.
La giornata è piacevole, splende un bellissimo sole anche se la temperatura non
è altissima. Gli amici della società di San Sperate hanno preparato un ottimo
percorso nella zona boschiva di “Pixinortu”, a circa un km dal paese. Nei
giorni precedenti ha piovuto tantissimo per cui sono presenti lungo il percorso
tante zone di fango con alcune “pozze” d’acqua. Il percorso gara è lungo 2 km
per cui si dovrà percorrere 3 volte.
Alle ore 10,30 ha inizio la gara Master Maschile. La mia
partenza non è molto intensa e presto la massima attenzione a non entrare in
collisione con qualche altro atleta. Dopo circa 500 mt cerco di allungare il
passo, per posizionarmi un po' meglio, ma non è facile superare gli altri
atleti. Non riesco a capire in che posizione mi trovo rispetto ai miei avversari di categoria (SM55), l’unico che ho sott’occhio è Mauro, che mi precede di una decina di metri. Preferisco tenere un ritmo non troppo intenso, per poi studiare un eventuale attacco, dopo metà gara. Primo giro un po' in difficoltà. In effetti ultimamente non sono riuscito ad allenarmi come avrei voluto e il fiato inizia a risentirne.
A metà del secondo giro succede ciò che mai ti aspetteresti
succedesse in una gara. Propria nel passaggio in mezzo al fango si sfila la
parte di dietro della scarpetta chiodata con metà del piede che rimane fuori.
Mi sposto leggermente di lato, per non essere travolto da altri atleti, e mi abbasso
per cercare di far rientrare il tallone sinistro dentro la scarpa. Praticamente
metà del piede è fuori dalla scarpa. Niente da fare. Non è così semplice. La
scarpa è legata in modo stretto e tra l’altro è completamente piena di fango.
Nel frattempo una decina di atleti mi supera a lato. Accidenti, pur mettendoci
tutta la forza di cui dispongo non riesco a far rientrare il piede dentro. Sul
momento non so cosa fare, devo continuare a forzare il più che posso con le
mani. Sembrano momenti lunghissimi. Tra l’altro non è così facile, in pieno
sforzo, dovermi fermare totalmente e abbassarmi quasi a terra.
Finalmente il piede rientra nel suo strettissimo spazio, e
finalmente posso ripartire. Mamma mia quante posizioni perse. Saranno passati
almeno 20”. Cerco di riprendere il ritmo precedente ma i meccanismi del corpo
non sono gli stessi. Ho necessità di alcune centinaia di metri per ritornare a
regime. Accidenti ormai Mauro ha preso un bel po' di vantaggio. Cerco di
mettercela tutta e chiudo il secondo giro nuovamente a buon ritmo. Praticamente
riesco a recuperare quasi tutti gli atleti che mi hanno superato nel momento di
stop. Anzi, forse anche qualche altro. Ormai mi concentro solo sulla gara non
pensando agli avversari. Occorre dare tutto quanto posso.
Nell’ultimo giro, durante il passaggio nelle pozzanghere piene
d’acqua, rallento parecchio. Ho paura di perdere le scarpe e il pensiero mi
condiziona tantissimo. Cerco di mantenere tutto il peso del corpo sulle punte
dei piedi anziché “scaricare” con la parte posteriore del piede. Non vorrei
ripetere la “frittata”. Ormai i giochi sono fatti. Più di quella posizione non
posso pretendere. Sono conscio di non essere in una posizione ottimale per come
è andata la gara ma, a parte Mauro non lo so se c’è qualche altro atleta
davanti a me. Tra l’altro è la prima gara dell’anno e potrebbe esserci anche
qualche atleta nuovo che è appena passato di categoria. Per me invece si tratta
dell’ultimo anno di categoria SM55, ossia il 5°, e l’anno prossimo dovrò “scalare”
da 6 km a 4. Gli ultimi 500 metri di gara li faccio con una buona velocità. Nel
sottobosco lo sterrato è perfetto e consente un ritmo costante e veloce.
Dopo l’arrivo mi rendo subito conto che davanti a me non c’era
solo Mauro. Anche l’amico ogliastrino Giovanni mi è giunto davanti, anzi
davanti anche a Mauro. Pazienza, mi viene da pensare, stavolta sarò terzo. Ma
le sorprese non finiscono ancora. Giovanni mi fa notare un’atleta che gli è
arrivato davanti e, mi dice, fa parte proprio della nostra categoria. In
effetti si tratta di Marco, della società di Guspini. Per lui si tratta della
prima gara nella nostra categoria. Accidenti stavolta salta anche il podio. In
effetti, a parte la sfortuna della scarpa, occorre dire che le condizioni fisiche
non erano eccezionali. Per poter ambire al podio occorre essere in perfetta
forma, specialmente se si è all’ultimo anno di categoria.
Per fortuna arrivano buone notizie per quanto riguarda la
posizione della nostra società nella classifica del Campionato Master. Un
ottimo 2° posto dietro la blasonata Cagliari Marathon Club. Ancora più
interessanti le notizie che successivamente arriveranno dalla prestazione del
nostro gruppo femminile. Loro sono arrivate addirittura prime superando di poco
la concorrenza delle forti atlete di Elmas. Che dire, un primo e un secondo
posto che pone di diritto la Cagliari Atletica Leggera tra le società sarde più
forti in assoluto nel settore dei Master, almeno nel Cross. Chiudiamo la
mattinata festeggiando tra noi con il solito banchetto ricco di dolci fatti in
casa e tanta felicità per i risultati raggiunti. In quanto alla mia gara, senza dubbio è stata condizionata molto dall'uscita della scarpa. Quest'anno compio 59 anni e sono arrivato 61° su 195 atleti classificati, 4° di categoria. Se si considera che ho partecipato per l'ultimo anno alla gara di 6 km, dove partecipano le categorie di atleti dai 35 ai 59 anni, tutto sommato non è andata così male.
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